Sorrento rischio idrogeologico, la “maledizione” dei rivi tombati
4 Dicembre 2022All’indomani della tragedia di Ischia con colpevole latitanza delle varie Amministrazioni soprattutto comunali (mancanza di piano di emergenza), e regionali, in particolare sulla prevenzione del rischio idrogeologico , in penisola sorrentina e, soprattutto a Sorrento tornano d’attualità le segnalazioni delle Associazioni territoriali (Antonio Caponnetto) sui rischi delle immissioni di acque pluviali o della tombatura dei numerosi rivoli presenti sul territorio a cui da anni, la locale amministrazione non ha mai data concreta attenzione, prevenzione e repressione degli abusi, malgrado le richieste di intervento da parte dell’allora Ministero dell’Ambiente e della stessa Regione Campania.
Restano ancora oggi, in parte disattese la richiesta di “ controllo deviazione tombamenti corso d’acqua lungo l’area sud-ovest del territorio del Comune di Sorrento” – inviata in data 01/04/2014 dal Ministero dell’Ambiente o di “ripristino dello stato dei luoghi” della Regione Campania, per casi di tombatura lungo il percorso delle acque, dei rivoli Acquacarbone, Rivolo Neffola, Rivolo Lamia, Rivolo Pantano, Rivolo detto del Cerchio, Rivolo Cesarano, Rivolo Atigliana, Rivolo in località Vallone dei Mulini, Rivolo S’Antonio e Crocevia e caso limiti, a Marina di Puolo, dove risulta tombato il tratto terminale dei rivolo che sfiora a mare e sulla zona a valle di Via Nastro Verde, oggetto di numerosi casi di dissesti idrogeologici.
La verità o meglio l’illogica spiegazione sui mancati interventi ci viene raccontata sul quotidiano il Mattino, da Franco Iacono eurodeputato, di origini ischitane.
“Tutti coloro che hanno amministrato sono stati eletti perché dovevano assicurare il silenzio. Dovevano consentire tutto a tutti. E’ una questione di consenso. Non ho mai visto amministratori che hanno consentito abusi edilizi che non venissero poi confermati”.
In tal contesto, assume particolare rilevanza in attesa di interventi risolutori dell’Autorità Giudiziaria, l’ulteriore denuncia al Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, di Michelangelo Scannapieco, il cittadino sorrentino da tempo in lotta con il malaffare edilizio in città, sulla copertura da parte di un pubblico esercizio del rivolo di via Atigliana che proveniente dalla località Cesarano, dopo essersi immesso nel Vallone dei Mulini ed aver attraversato il sottosuolo della piazza Tasso si riversa nelle acque di Marina Piccola.