Sorrento, Scannapieco continuerà la sua protesta incatenandosi e digiunando
10 Novembre 2024Lunedì mattina, alle 7.30 in concomitanza con l’arrivo dei primi impiegati e del Segretario comunale e del suo vice, dirigente signor sì, a tempo determinato, Michelangelo Scannapieco, cittadino sorrentino da anni in lotto contro il malaffare al comune di Sorrento si incatenerà all’ingresso del Palazzo di Città, a tempo indeterminato, rifiutando cibo e medicinali.
“La mia è una protesta pacifica – ha spiegato Michelangelo Scannapieco – contro il malaffare, ed il nepotismo al comune di Sorrento.
Due pesi e due misure nella conduzione della macchina amministrativa – ha aggiunto Michelangelo, tra l’altro rappresentante della Penisola sorrentina dell’Associazione Mani Pulite – figli e nipoti di noti pregiudicati, infatti, gestiscono la cosa pubblica.
La commissione trasparenza esiste solo sulla carta cosi come – ha concluso Scannapieco – la segretaria comunale ed il suo vice (dipendente a tempo determinato) che non vigilano sugli atti”.
La vicenda di Michelangelo Scannapieco ha una storia singolare che lo vede prima costruttore abusivo di necessità per dare un tetto alla sua famiglia.
Stanco di pagare, poi, somme di denaro e di acquistare costosi regali ad un famoso dirigente dell’Ufficio tecnico “compiacente”, comincia a denunciare centinaia di abusi non perseguiti da tecnici ed amministratori che “chiudevano un occhio”.
Una lungo catena di abusi edilizi, migliaia di metri quadrati “abusivi” per alberghi, residenze private, ristoranti, b&b, case vacanze.
L’elenco dei denunziati da Michelangelo Scannapieco si accresce giorno dopo giorno e alle poche verifiche effettuate dall’ufficio tecnico comunale con relative ordinanze di demolizione o acquisizione al patrimonio comunale niente fa seguito così tutti dormono sogni tranquilli.
Al solo Michelangelo Scannapieco viene “ordinata” la demolizione del suo immobile.
Lui ottempera, gli altri, e sono centinaia, no.
Ecco la protesta civile, in un Comune alle soglie del Commissariamento per l’incandidabilità di un Consigliere comunale, mai rilevata dal Segretario Comunale ma oggetto di sentenza sfavorevole, da parte della Cassazione.