Sorrento, un sogno interrotto in nome del dio denaro

Sorrento, un sogno interrotto in nome del dio denaro

13 Ottobre 2024 Off Di Gaetano Milone

Un sogno interrotto in nome del dio denaro che compra di tutto, Comune, Conservatorio, Monastero, pie donne e soprattutto le coscienze di quanti “predicano bene e razzolano male”. 

Nell’opulenta Sorrento, dove l’Amministrazione comunale, stanzia ben cinque milioni di euro, ricavati dalla tassa di soggiorno, per “eventi”, un disabile ed il suo  eroico accompagnatore, coppia fissa da una vita, con sogno nel cassetto di realizzare un museo  permanente della “Diversabilità”  ricevono un insolito ed imprevedibile  ”avviso” di sfratto dai locali dove insieme ad artisti normodotati realizzano manufatti da esporre, come ogni anno, nel chiostro di San Francesco a Sorrento, sul tema della diversabilità.

 Dopo un avviso verbale di sfratto da due monache una decina di giorni fa, non chiaro, la settimana scorsa una “gravissima violazione di domicilio” da parte di sconosciuti  che oltre ad ammassare danneggiandoli in parte i manufatti, hanno scaricato pile enormi di cartoni con libri.

I locali, oggetto dello sfratto  sono situati al piano terra del Convento  di via Santa Maria delle Grazie di Sorrento, sono di proprietà delle monache  di clausura domenicane, inglobati con un’intera ala nell’immenso  omonimo Conservatorio,  donato dalla nobile Bernardina Donnorso, per attività sociali per i meno abbienti di Sorrento e penisola, ed attualmente, in fitto a privati per lussuosi B&B sono, come si vocifera , nelle mira di qualche imprenditore locale.

 A dare in uso i locali a Paolo e Vincenzo, questi i nomi dei due protagonisti di questa vergognosa vicenda, fu la stessa Amministrazione comunale che aveva in fitto i locali e che, nel giugno scorso,  ne ha fatto disdetta.

 Una disdetta mai comunicata dall’Amministrazione comunale  ai diretti interessati, firmatari  all’epoca di un affidamento dei locali in comodato d’uso, e che, la settimana scorsa,  li hanno trovato “violati”da sconosciuti che hanno ammassato  in un angolo i manufatti, pronti per la prossima mostra e scaricato, al loro posto. decine di cartoni pieni di libri. 

“ Siete entrati, a loro insaputa mentre erano a Napoli  -ha scritto e pubblicato su facebook ,  una signora sorrentina impegnata nel sociale- 

Ieri sera sono tornati nel laboratorio e hanno trovato tutte le loro opere accatastate in malo  modo e, alcune rotte. Il laboratorio pieno di materiale non loro. Non potevano accedere al bagno. Non potevano più accendere la luce.  Vincenzo mi ha telefonato urlando di disperazione.

 Paolo in sottofondo piangeva. Io non avevo mai sentito un disabile piangere,

 Non in quel modo. Vi auguro non vi capiti mai di ascoltare un suono del genere mentre non puoi far niente.. 

Li avete fatti avvisare, solo verbalmente, pochi giorni fa, da due suore, che dovevano lasciare il locale”. .