“Stabilizzare i precari della sanità”
19 Marzo 2020Flora Beneduce: “Al disagio di lavorare nelle difficoltà intuibili che il contesto delle carceri rappresenta, si aggiunge in queste ore la minaccia della pandemia da Coronavirus”.
Uscire dal precariato. “L’annunciata stabilizzazione nella Asl Napoli 1 Centro, in base all’articolo 20 comma 2 della legge Madia, dei lavoratori titolari di contratti atipici, Co.Co.Co., a progetto e a partita Iva, attraverso l’attivazione di procedure concorsuali riservate, non ha più sortito effetti. La delibera della Asl non è stata pubblicata sul Burc e tutto è passato sotto traccia per l’insorgenza della grave epidemia da Covid-19”. Lo scrive in una nota al governatore De Luca la consigliera regionale di Forza Italia, componente della Commissione sanità della Campania, Flora Beneduce.
“Ma è proprio tale sfortunata congiuntura – aggiunge la consigliera – che dovrebbe far riflettere sulla necessità di procedere speditamente alla stabilizzazione di 58 unità di comparto (35 infermieri, 2 tecnici sanitari di laboratorio biomedico, 2 tecnici di neurofisiopatologia, 2 fisioterapisti, 1 tecnico sanitario di radiologia medica, 14 Oss e 1 collaboratore amministrativo) e un dirigente biologo, per un totale di 59 unità, nell’Asl napoletana”.
“Tra le figure professionali che da anni prestano servizio vi sono infatti operatori della sanità penitenziaria, che a Poggioreale, Secondigliano e Nisida, offrono ogni giorno con turni sulle 24 ore supporto e cure alla popolazione carceraria pur senza garanzie per il futuro – scrive Beneduce – Si tratta, oltre che di medici, di tecnici di radiologia, Oss, infermieri, fisioterapisti, tecnici di laboratorio che meritano rispetto e che sono senza un paracadute. Alcuni lavorano da trent’anni negli istituti di pena con queste modalità assurde”.
“Al disagio di lavorare nelle difficoltà intuibili che il contesto delle carceri rappresenta, si aggiunge in queste ore la minaccia della pandemia da Coronavirus -prosegue la nota di Beneduce a De Luca – e se questi operatori si ammalassero? Che forma di tutela potrebbero mai vantare? Chi sarebbe disposto a sostituirli? Sono tutti interrogativi ad oggi inevasi, a cui mi auguro che Ella vorrà fornire risposta sensibilizzando la Asl di competenza”.
“Questi lavoratori sono in trincea e, allo stesso tempo, nel limbo – conclude la consigliera azzurra – mettere in campo un’azione repentina e strategica per la loro stabilizzazione è nell’interesse dell’intera comunità”.