Stefano Graziano: “Per recuperare il terreno perduto è necessario ripartire dalla base”
13 Febbraio 2023Stefano Graziano, tra i mille soci-fondatori del PD, già deputato nella XVI Legislatura, ricopre numerosi incarichi politici. Nel 2013 è Consigliere alla Presidenza del Consiglio per l’attuazione del programma. Nel 2014 Presidente del PD Campania, nel 2015 viene eletto Consigliere Regionale, assumendo la carica di Presidente della Commissione Sanità. Nel 2022 viene eletto deputato per il Partito Democratico per le province di Caserta e Benevento. È capogruppo della Commissione Difesa.
Nella cocente sconfitta patita dal centrosinistra alle recenti elezioni lei è tra i pochi ad essere uscito indenne dalla batosta elettorale e, pertanto, complimenti per questo. Al di là delle divisioni della coalizione alla quale appartiene, avete fatto un’analisi di un risultato che non è mai stato così negativo nella storia del paese?
Grazie per avermi dato l’opportunità di fare questa chiacchierata con voi. Abbiamo certamente analizzato il dato politico in maniera analitica, nonostante i dissapori e l’amarezza della sconfitta. Del resto, Letta, al quale va il mio ringraziamento, ha con responsabilità avviato la fase congressuale, assumendosi la responsabilità della sconfitta da vero leader di partito, sebbene le colpe non siano soltanto sue.
Quand’è che il centrosinistra ha smarrito il contatto con la sua base elettorale storica e finito per perdere la sua presenza capillare sul territorio e non ci riferiamo solo alle ultime elezioni?
Governare un paese, spesso, è difficile. Il Partito Democratico, come ben ricorderete, nelle ultime legislature ha sempre fatto la sua parte nei governi che si sono susseguiti. Sembra un ossimoro, ma questo è il prezzo da pagare: purtroppo la demagogia delle opposizioni produce risultati meno concreti ma più efficaci elettoralmente. È chiaro che il Partito deve ritrovare la base, che è la vera casa di tutti. E questo lo penso da uomo di partito e non da deputato della Repubblica.
Da dove ricominciare per recuperare il terreno perduto?
Come brevemente accennato, per recuperare il terreno perduto è necessario partire dalla base. Dalle sezioni, dalla saggezza delle tante donne e tanti uomini che all’interno dei partiti lavorano, utilizzano parte del proprio tempo per tenere aperta una sede, affiggere un manifesto, installare la bandiera o un gazebo. La partecipazione è ciò che muove le masse, che produce entusiasmo, genera discussione e confronto. E con la fase congressuale spero otterremo esattamente i risultati che, credo, siano obiettivo della stragrande maggioranza del Partito e dei dirigenti.
Nella precedente consigliatura regionale della Campania lei ha maturato esperienze come presidente della Quinta Commissione della sanità. Cosa pensa della gestione del centrosinistra rispetto a questo delicato settore chiamato ad assicurare la salute dei cittadini?
Il governo della Regione Campania a guida De Luca ha avviato delle politiche volte alla deospedalizzazione e a garantire un avvicinamento tra il comparto sanità e cittadino anche attraverso il necessario processo di digitalizzazione. Non meno importante, anzi oserei dire fondamentale, è stato lo sforzo profuso dalla Regione per uscire definitivamente dal commissariamento della sanità campana causato dalla gestione scellerata perpetrata negli anni dai governi di destra con un graduale risanamento del debito.
La politica, negli ultimi anni, ha perso la bussola: popoli che ne aggrediscono altri senza motivazione violando il principio dell’autodeterminazione dei popoli e commettendo crimini atroci; dittatori che vengono presentati come presidenti; Parlamenti presi d’assalto dagli sconfitti. Sembra di assistere al crepuscolo delle democrazie. Secondo lei è così? E sennò come se ne esce?
Certamente viviamo tempi complessi, caratterizzati da congiunture negative, basti pensare alla crisi economica che è stata ulteriormente acuita dalla pandemia e dalle guerre, ma io ritengo che i nostri sistemi democratici siano sufficientemente robusti e sviluppati per reagire a queste crisi fisiologiche. E, a pochi giorni dall’anniversario della sua scomparsa, mai parole furono più appropriate se non quelle del discorso di insediamento di David Sassoli a Presidente del Parlamento europeo. Sassoli, europeista e politico di grande caratura culturale, evidenziava la minaccia – sempre presente – dei nazionalismi e dei populismi, ma sosteneva che noi non siamo un incidente della storia. La democrazia, i diritti e le libertà sono conquiste che abbiamo ottenuto con dolore. Non può essere vano il sacrificio dei giovani britannici sterminati sulle spiagge della Normandia, la condanna a morte di Sophie Scholl, il sacrificio dei partigiani figli della Resistenza. È compito della politica difendere i valori democratici, che acquistano ancor più significato nelle fasi più complesse, come quella attuale.