Stipendi dei medici in Italia, forti disparità territoriali

Stipendi dei medici in Italia, forti disparità territoriali

12 Aprile 2025 Off Di La Redazione

Gli stipendi dei medici italiani mostrano un quadro disomogeneo, segnato da profonde differenze tra territori e aziende sanitarie, e da un significativo svantaggio rispetto alle retribuzioni dei colleghi europei. Secondo uno studio del Centro di Ricerca sugli Enti Pubblici, la retribuzione media annua lorda per un medico assunto a tempo indeterminato nel Servizio sanitario nazionale è di poco superiore agli 87.000 euro. Ma la media nazionale maschera forti squilibri.

Nel Nord Italia gli stipendi medi superano i 90.000 euro, al Centro si attestano intorno agli 83.000, mentre al Sud e nelle Isole arrivano a 86.600 euro. Differenze ancora più marcate emergono nell’analisi delle singole aziende sanitarie. Si passa da un minimo di 43.000 euro lordi percepiti all’ULSS n. 6 Euganea, in Veneto, a quasi 150.000 euro nella Provincia autonoma di Bolzano. Un divario di oltre 100.000 euro tra le due estremità della classifica.

Le aziende sanitarie di Bolzano e Trento guidano la graduatoria nazionale per remunerazione, con stipendi medi rispettivamente di 149.279 e 115.579 euro annui. Il dato si spiega in parte con il costo della vita elevato nei territori autonomi, che porta le aziende a offrire compensi più alti per attirare medici nei concorsi pubblici. Oltre la soglia dei 100.000 euro annui figurano anche l’Azienda sanitaria locale di Potenza e due Asl piemontesi (Alessandria e CN1). La top ten delle realtà più generose è completata da aziende sanitarie ubicate esclusivamente al Nord, tra cui l’USL della Valle d’Aosta e quella di Ferrara.

All’opposto, tra le aziende con le retribuzioni più basse figurano la ASL Roma 6, con quasi 65.000 euro annui, e sette aziende sanitarie meridionali, seppure tutte con stipendi superiori a 76.000 euro. Fa eccezione il caso dell’Azienda sanitaria di Imola: tra le dieci con i livelli salariali più bassi, ma anche tra le prime dieci per performance complessiva.

A livello regionale, spiccano le retribuzioni del personale medico in Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Basilicata, tutte superiori a 95.000 euro annui. Ultima in classifica la Sardegna, con stipendi tra 76.500 e 81.400 euro e un quadro retributivo omogeneo tra le sue otto aziende sanitarie. Il Lazio presenta forti squilibri interni: da una delle retribuzioni più basse d’Italia a Roma 6, a importi che in alcune aziende superano i 89.000 euro.

Il confronto internazionale evidenzia ulteriori criticità. Secondo uno studio Fnomceo-Censis, un medico dipendente del SSN percepisce in media 110.000 euro lordi annui, con una tassazione del 43%. Una cifra significativamente più bassa rispetto a quella dei colleghi in Olanda (+76%), Germania (+72,3%), Irlanda (+54,8%) e Danimarca (+38,4%). Solo Francia e Repubblica Ceca registrano retribuzioni medie inferiori o comparabili a quelle italiane.

A influire sugli stipendi è anche l’attività libero-professionale “intra moenia”, consentita negli ospedali pubblici. Per i medici con ruoli apicali, come i primari, questa componente può raddoppiare il reddito base, accentuando ulteriormente le differenze interne alla categoria.

 

 

 

 

 

Fonte: https://www.doctor33.it/articolo/64102/stipendi-dei-medici-in-italia-forti-disparita-territoriali-ecco-il-confronto