Stop ai bimbi cinesi a scuola?

Stop ai bimbi cinesi a scuola?

5 Febbraio 2020 0 Di La Redazione

Maria Triassi, ordinario di Igiene all’Università Federico II di Napoli, chiarisce la portata della circolare ministeriale e ammonisce a non andare verso interpretazioni “estensive”.

 

Maria Triassi

Prevenzione e psicosi. «La circolare del Ministero della Salute, diffusa dal Ministero dell’Istruzione alle scuole, fornisce raccomandazioni sulle misure di prevenzione e controllo della diffusione del nuovo Coronavirus, identificando soggetti a rischio quali studenti universitari o di corsi equivalenti che presentano sintomi della malattia o che hanno effettuato un viaggio con pazienti affetti da Coronavirus nelle ultime due settimane. Pertanto, la Circolare non preclude la frequentazione delle scuole a studenti rientrati dalla Cina senza sintomi».

È molto rischioso, e quindi da non incoraggiare, che misure di prevenzione e controllo della diffusione dell’infezione siano interpretate in maniera estensiva e restrittiva favorendo comportamenti di preclusione verso i cittadini cinesi che già stanno manifestando tutti i loro effetti nelle aree produttive e sociali del paese e che rischiano di cambiare in la cultura del nostro paese». Maria Triassi stronca di netto le perplessità di quanti in queste ore, sulla scia degli allarmi legati al coronavirus, stanno ventilando la possibilità di escludere i bambini provenienti dalla Cina ed asintomatici dalle classi in difformità con la circolare ministeriale. «Da un punto di vista di Sanità Pubblica – dice Triassi – queste richieste non trovano fondamento e né risultano costruttive». Per Triassi queste richieste sono da inquadrare come una volontà di sedare le ansie della popolazione, tuttavia ciò non può essere effettuato utilizzando la disinformazione e non tenendo conto delle evidenze scientifiche.

«Non vi è evidenza di un maggior rischio di contagio o mortalità nei soggetti giovani. Recenti studi hanno evidenziato un’età media dei soggetti contagiati piuttosto alta, ed i decessi pediatrici costituiscono una chiara minoranza del totale. Questa emergenza, una volta cessata, dovrà farci riflettere sull’importanza di una corretta educazione sanitaria e di informazione in Sanità».