Storie di buona sanità: “Il 118 ha salvato mia madre”
2 Aprile 2023C’è una sanità sfilacciata, approssimativa, che non rende il servizio per cui è predisposta e che si regge solo grazie alla buona volontà dei singoli operatori. È questa una sanità che, purtroppo, finisce ai “disonori” della cronaca etichettata come malasanità e quella di cui anche noi ci siamo dovuti occupare in negativo con tanti articoli-denuncia del nostro giornale.
Accanto a questa, in mezzo a questa esiste, per fortuna, anche una sanità che assicura servizi, produce assistenza e salva centinaia di vite umane. In questo caso la differenza la fa la “concentrazione” di personale, medico e infermieristico, che a prezzo di grandi sacrifici personali riesce ad assicurare un livello adeguato di assistenza. E veniamo ai fatti.
Lascio il ruolo di comunicatore per prendere quello di utente e fruitore dei servizi sanitari pubblici. Da otto anni assisto mia madre colpita da una vasculopatia cerebrale molto grave e, da otto anni impatto con la burocrazia, tante volte farraginosa, per la quale si è costretti a passare per ottenere assistenza. Sulla sanità del territorio, eccezion fatta per i medici di famiglia che in qualche modo la loro parte la recitano, è meglio stendere un velo pietoso.
Sulla cosiddetta Adi (Assistenza domiciliare integrata), meglio stendere sette (numero di completezza) veli pietosi perché solo dopo svariati mesi di richieste, siamo stati arruolati e solo parzialmente in tale forma assistenziale. “E siete stati fortunati – mi ha commentato un operatore della sanità – perché tale formula assistenziale spesso scatta a decesso dell’assistito già avvenuto”.
Soprattutto negli ultimi 3 mesi, prima del ricovero in ospedale, con mia madre allettata, essendo io orfano di padre e figlio unico, ad alleggerire il mio peso è stata solo la struttura del 118 di Caserta che è intervenuta puntuale e competente rispondendo ai miei solleciti e salvando la vita a mia madre in tante occasioni.
Non voglio fare nomi, sarebbe ingeneroso nei confronti dei tanti operatori del trasporto in emergenza che sono intervenuti nel tempo e dei quali ignoro il nome. Tutti, ma proprio tutti, sono stati per me angeli di salvezza, consentendo a mia madre, con l’aiuto di Dio, di sopravvivere fino ad oggi.