Tagli ai medici del 118, infuria la polemica

Tagli ai medici del 118, infuria la polemica

13 Febbraio 2020 0 Di La Redazione

Il responsabile nazionale 118 del Sindacato medici italiani: “Non escludo d’intraprendere tutte le iniziative, comprese quelle legali, per tutelare i diritti dei medici dell’emergenza”.

 

No a mortificare i medici del soccorso. “In Piemonte, in Campania, in Calabria, le Regioni mortificano i medici del 118”, così Maurizio Borgese, responsabile nazionale 118 del Sindacato medici italiani commentando alcuni gravi problemi di governance verso i medici dell’emergenza in tutto il Paese.

“In Piemonte, ad esempio, la graduatoria regionale Mmg pubblicata all’inizio di febbraio, nell’organigramma del 118 di Cuneo ben 10 medici passeranno da 38 a 24 ore lavorative a settimana (secondo il Decreto legge Calabria) con una grossa perdita salariale, nonostante negli ultimi mesi siano stati pubblicati numerosi bandi per l’assunzione di nuovi medici in possesso dei requisiti indicati dall’Accordo collettivo nazionale, senza un adeguato riscontro di iscrizioni”. “Sempre per il Sistema 118 di Cuneo si tratterebbe di una grande riduzione di ore lavorate dai medici d’urgenza, pari, nella sola provincia, a 600 ore mensili. Diventerebbe impossibile assicurare la copertura medica finora garantita sulle ambulanze, portando alla demedicalizzazione di numerose Msa (mezzo di soccorso avanzato).

“Ma la questione non si fermerà solo a Cuneo – continua Borgese – prevediamo l’estensione di tale problema, non solo a livello Provinciale, bensì prima a quello Regionale, poi a quello Nazionale”. “Per questo lo Smi si batte affinché i medici entrati extra borsa con l’attuazione del “Decreto Calabria”, possano frequentare il corso Mmg senza riduzione delle ore lavorative settimanali prevista da tale decreto”. “In Campania, invece, per i circa cento medici del 118 presenti sul territorio, è stato ipotizzato la restituzione di somme che vanno dai 30.000 ai 60.000 euro se non di più a causa di un’indennità di 10.000 lire (oggi € 5.16) percepita per ogni ora di lavoro prestata, che risulta sparita dalle voci dei contratti successivi, negli ultimi 10-15 anni, pur venendo pagata regolarmente. I lavoratori del 118 sottoposti a turni massacranti, impegnati in un lavoro complesso e difficile sotto il rischio di violenze e minacce quotidiane, senza nessun turn-over, dovrebbero subire oggi anche la beffa di dover restituire denaro poiché, a detta della Regione Campania, indebitamente percepito”.

“In Calabria infine – continua Borgese – a Catanzaro e a Crotone, l’Asp ha deciso di revocare 5,50 euro l’ora di indennità aggiuntiva per i medici del 118 con un attacco odioso ai diritti della professione”. “Lo Smi non esclude d’intraprendere tutte le iniziative – conclude Borgese – comprese quelle legali, per tutelare i diritti dei medici del 118 e il diritto alla salute dei cittadini”.