Te lo do io il medico…specializzando
29 Ottobre 2019Alla carenza di medici nelle strutture sanitarie pubbliche, in altre regioni stanno risolvendo “arruolando” professionisti agli ultimi anni di specializzazione.
Il problema della carenza di medici, sia sul territorio che negli ospedali, è comune all’intero Paese. Sicuramente si è trattato di un difetto grave di programmazione, in parte acuito dalla decisione “politico-universitaria” del contestatissimo numero programmato per l’accesso alla facoltà di medicina. In Campania la situazione che è preoccupante, in tutto il territorio nazionale, diventa drammatica perché dopo un decennio di commissariamento si registra un meno 13mila di operatori sanitari, un dato che da solo spiega abbondantemente l’affanno in cui si trovano tante strutture ospedaliere e centri territoriali.
Un problema che, nel passato, è stato in parte risorto ricorrendo al lavoro a tempo che negli anni ha generato sacche di precariato da stabilizzare, al fine di coprire gli enormi vuoti d’organico. Di recente l’avvio di procedure concorsuali, predisposto dalla Regione, sta dando sta dando un po’ di sollievo alla criticità del sottorganico dei medici nelle strutture sanitarie. È un sollievo appunto ma, evidentemente, non basta.
Per dare una risposta a questa problematica in Lombardia si sta puntando sugli specializzandi. Ma solo quelli del quarto e quinto anno. In duemila, progressivamente, potranno iniziare a prestare servizio autonomo negli ospedali della regione. A costo zero, dato che ricevono già una borsa di studio. Lo hanno annunciato il presidente della Regione, Attilio Fontana, e l’assessore al Welfare, Giulio Gallera nel coeso di una conferenza stampa.
E in Campania? Sulla stessa lunghezza d’onda dell’Amministrazione regionale lombarda, l’opposizione in Consiglio regionale che da tempo invoca analoga soluzione. Al momento però, da chi ha possibilità decisionale non giunge nessun segnale concreto così come auspicato sia dal mondo politico sia dalle organizzazioni sindacali che, a gran voce, chiedono di riempire i vuoti d’organico che costringono gli operatori sanitari in servizio a turni massacranti, con le intuibili negative ripercussioni sulla qualità dell’assistenza erogata.