Interventi “Terra dei fuochi”, non è tutto nero ma è assente il coordinamento

Interventi “Terra dei fuochi”, non è tutto nero ma è assente il coordinamento

22 Febbraio 2025 Off Di La Redazione

C’è poco da fare, per affrontare l’immane problema legato all’inquinamento ambientale di alcune aree della Campania la navigazione continua ad essere a vista e, in ogni caso, si continua a procedere in ordine sparso. Intanto, si è chiusa la seconda e ultima giornata della missione in Campania di una delegazione della ‘Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e ad altri illeciti ambientali e agroalimentari’, presieduta dal deputato Jacopo Morrone.
In Prefettura a Napoli si sono svolte le audizioni di Michele di Bari, prefetto di Napoli, Nunzio Fragliasso, procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Torre Annunziata, Marco Del Gaudio, procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Nola, Stefano Sorvino, direttore generale Arpa Campania, Mario Iervolino, direttore generale Asl Napoli 2 nord, Giuseppe Russo, direttore generale Asl Napoli 3 sud.
“Una missione estremamente interessante e da cui abbiamo assunto notizie importanti – commenta il presidente Morrone – che vanno anche oltre la nota recente sentenza della Cedu.

Non siamo all’anno zero come qualcuno pensa, sono state attivate molte attività dai diversi soggetti, prefetture, procure, forze dell’ordine, istituti di ricerca, anche con successi tangibili.
Il limite è stato il mancato coordinamento, un soggetto che metta in rete e a sistema tutta questa mole di lavoro e possa valutare il fenomeno nella sua complessità.

A questo ha provveduto il Governo annunciando la nomina del Commissario unico nella persona del generale Giuseppe Vadalà”.

Per Morrone, “il quadro emerso da audizioni e missione sembra chiaro: da un lato, c’è la questione bonifiche dei siti dove sono avvenuti gli sversamenti e gli interramenti di rifiuti pericolosi anche provenienti dal nord Italia e dall’estero negli anni 90, dall’altro c’è la diffusa illegalità di oggi che va dall’abbandono di rifiuti da parte dei cittadini allo smaltimento illegale e sversamento inquinante da parte di aziende che operano e producono sul territorio, molte delle quali, a quanto emerge, agiscono in violazione delle leggi.
Permangono poi gravi situazioni di inquinamento e degrado ambientale nei campi rom. In questo quadro si inserisce tuttora la criminalità organizzata che si insinua, anche con società controllate, nel traffico di rifiuti, raccolta e smaltimento, ma anche nell’esportazione illegale in Puglia o verso il Nord o all’estero, se non addirittura, come è stato detto, nell’attività di bonifica che, in alcuni casi, viene solo simulata. Da indagare in modo approfondito, infine, la questione dell’inquinamento delle falde acquifere su cui la Commissione sta puntando i fari perché si tratta di uno dei problemi più gravi per le ricadute sulla salute dei cittadini e non solo in queste aree”.