Terra dei fuochi, serve uno studio più rappresentativo
18 Dicembre 2019“Occorre un lavoro integrato che permetta di considerare esposizione e conseguenze, prima di trarre conclusioni le cui ripercussioni possono essere incalcolabili su popolazioni già duramente stressate”.
Creare allarme non fa bene a nessuno. “Il disastro ambientale di Terra dei fuochi, come tutti i disastri ambientali legati all’inquinamento e allo sversamento di rifiuti tossici sul territorio, non può e non deve essere ignorato. Come non può essere rimandata la necessità delle bonifiche.
Tuttavia, prima di arrivare a conclusioni scientifiche su conseguenze importanti sulla salute, occorre essere certi di almeno tre cose. In primo luogo, la rappresentatività del campione rispetto alla popolazione esposta, la rappresentatività dei casi selezionati rispetto alla totalità dei casi, sia come tipologia sia come stadio della malattia. Infine bisogna essere certi della geolocalizzazione dei casi, che possa permettere di quantizzare realmente le l’esposizione al rischio ambientale. Inoltre, le analisi sulle matrici biologiche non bastano, occorre legarle e considerarle in maniera integrata con le analisi delle matrici ambientali: acqua, aria, suolo e alimenti – questo il parere di Maria Triassi, Università degli studi di Napoli “Federico II” Dipartimento di sanità pubblica – occorre un lavoro integrato che permetta di considerare in maniera organica esposizione e conseguenze, prima di trarre conclusioni le cui conseguenze possono essere incalcolabili su popolazioni già duramente stressate”.