Test di medicina 2022? Niente di nuovo…
6 Settembre 2022L’ultima Conferenza Stato-Regioni ha stabilito che il fabbisogno di medici e odontoiatri per il 2022 è di 18.095 unità. Questo significa che devono essere formati necessariamente almeno 18mila nuovi medici e odontoiatri. Pertanto il Ministero avrebbe dovuto bandire altrettanti posti per il Test d’accesso al corso di laurea in Medicina e Odontoiatria 2022. In realtà, e in maniera del tutto illegittima, sono stati banditi solo 17.206 posti. Quasi mille posti in meno!
L’aver previsto sempre meno posti rispetto al fabbisogno ha negli anni portato a un ennesimo paradosso: Lo scorso anno, a fronte di 18.397 borse bandite per le Specializzazioni mediche sono rimasti vacanti 2.748 posti (a cui vanno aggiunti i posti lasciati in corso d’anno dai corsisti rinunciatari), mentre all’ultimo concorso per SSM hanno partecipato 15.869 medici, ma non si sa ancora per quanti posti. Se il dato dei posti messi a bando dovesse essere simile a quello dello scorso anno, rimarrebbero vacanti quasi tremila posti per mancanza di medici da formare!
“In questo modo la carenza di medici è destinata ad aumentare inesorabilmente – spiegano i legali Francesco Leone, Floriana Barbata e Simona Fell, soci fondatori dello studio legale Leone-Fell & C. – e di conseguenza il fabbisogno sarà in continua crescita. L’ultimo report Ansa stima che entro il 2028 il Sistema sanitario nazionale si troverà con ben 80.000 medici in meno. E chi ne pagherà le conseguenze? Tutti. Perché non ci saranno medici a sufficienza nelle strutture ospedaliere e si corre il rischio di chiusure di interi reparti che non saranno più in grado di garantire l’assistenza ai malati. È questa la sanità che vogliamo?”.
La carenza medici è un problema cha ha investito tutta l’Italia e che da anni affligge l’intero sistema sanitario nazionale. L’emergenza Covid non ha fatto altro che accendere i riflettori sul vero nervo scoperto della sanità italiana: la mancanza di medici.
Molti esponenti politici e di settore (di cui abbiamo riportato in calce alcuni estratti) hanno di recente proposto l’eliminazione del numero chiuso a Medicina, seguendo la strada della Francia e di altre nazioni che, in maniera previdente, hanno messo un freno alla carenza di medici. E anche il noto medico Matteo Bassetti ha dichiarato: “Via il numero chiuso a Medicina e sbarramento al primo anno. Viva il merito. Abbasso i quiz”.
Questo perché il sistema universitario dovrebbe incentivare gli studenti a raggiungere i propri traguardi e realizzarsi nella vita. Tende invece a imporre paletti e minare dall’interno il diritto allo studio, a partire dall’esiguo numero di posti banditi per i test d’accesso. Numero che si basa proprio sul calcolo del cosiddetto fabbisogno medico.
Già negli scorsi anni i giudici amministrativi del Consiglio di Stato hanno accolto i ricorsi, ritenendo l’errato calcolo del fabbisogno elemento ostativo al diritto allo studio e causa della conseguente carenza di medici. “La peculiarità della vicenda relativa all’ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato per l’a. acc. 2018/19, sta proprio nella discrasia tra fabbisogno e minor offerta formativa proposta (…) e nell’assenza a priori di una puntuale istruttoria del MIUR per verificare se l’offerta fosse, o no, veritiera e congrua rispetto alle esigenze sottese al fabbisogno”.
Il Ministero si sarebbe giustificato dicendo che “di fronte ad un numero esorbitante di studenti immatricolati in esubero (perlopiù jussu judicis), vi sarebbe un eccesso di soggetti iscritti da formare, non gestibili correttamente dai singoli Atenei o fonte di dispersione scolastica”. (Sentenza N. 5429 del 11.09.2020)
“Ma la realtà dei dati, come abbiamo già visto – precisano i legali Francesco Leone e Floriana Barbata – racconta una storia differente, dove i laureati in medicina non riescono a coprire l’intera offerta formativa specialistica, lasciando vacanti migliaia di posti”.
Ancora più grave la situazione per gli aspiranti studenti di Professioni sanitarie, il cui test si svolgerà il 15 settembre. Per infermieristica, ad esempio, il fabbisogno per gli ordini professionali è di 29.064, per le Regioni è di 24.352, ma il Ministero ha bandito solo 17.997 posti! Si tratta dunque di almeno 7/8mila posti in meno.