The Bridge: “Comuni vitali nel contrasto del disagio infantile post pandemia”
1 Marzo 2024Presentata a Roma, in Campidoglio, da Fondazione The Bridge e in collaborazione con IFEL, una ricerca che ha coinvolto studenti, insegnanti, dirigenti e amministrazioni comunali in tutta Italia
Il Covid-19 ha avuto un impatto devastante sulle condizioni di vita di bambini e adolescenti, con una diminuzione delle loro competenze e una crescita esponenziale dei problemi di salute mentale. Un disagio generalizzato e multiforme, che Fondazione The Bridge – in collaborazione con l’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (IFEL), Fondazione istituita nel 2006 dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) – ha analizzato attraverso la ricerca “Il disagio psicologico dei bambini e adolescenti post pandemia. I bisogni emersi e la risposta dei Comuni”, presentata a Roma, che ha coinvolto in tutta Italia i bambini della scuola primaria e del primo ciclo della secondaria, gli insegnanti, i dirigenti scolastici e i Comuni.
Crescono ansia, stress e iperattività
Come è emerso dalle 409 risposte proposte dalla survey indirizzata a insegnanti e dirigenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, crescono irrequietezza e iperattività in aula, difficoltà di attenzione, ansia e stress. Nella fascia d’età 6-14 anni, la, seppur limitata, diffusione di comportamenti autolesivi, istinti suicidari e disturbi alimentari, è un segnale di disagio grave da affrontare come emergenza sociale e sanitaria.
Attivare più sportelli psicologici scolastici
Il 71% degli insegnanti ha richiesto l’attivazione dello sportello psicologico scolastico, il 55% i servizi sociali, il 49% il sostegno socio-educativo scolastico, il 42% la neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Seguono il servizio di mediazione culturale e il sostegno socio-educativo domiciliare al minore e alla famiglia. Il Consultorio Familiare non sembra, invece, rappresentare un punto di riferimento per gli insegnanti alle prese con situazioni difficili.
Comuni: molte le richieste di servizi da cittadini e scuole
I referenti dei quindici Comuni intervistati hanno evidenziato un aumento delle richieste pervenute dai cittadini o dalle scuole ai loro servizi. Crescono, infatti, la dispersione scolastica, le difficoltà familiari fino alla violenza domestica, l’isolamento individuale e il ritiro sociale dei ragazzi, mentre un uso eccessivo di cellulari e social media crea problemi di concentrazione. Tanti gli interventi di educativa domiciliare, sostegno educativo scolastico e presa in carico su segnalazione delle Procure.
L’impatto economico del disagio infantile
Significato l’impatto economico dell’incremento del disagio infantile sui bilanci comunali. I Comuni hanno cercato risorse aggiuntive da affiancare a quelle proprie e ai fondi nazionali e regionali, come Fondi europei, Fondi del programma P.I.P.P.I. (Programma di Intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione), Fondi che derivano dalla partecipazione a bandi promossi da soggetti privati, risorse PON e quelle per progetti sulla povertà educativa dell’Agenzia coesione sociale.
“La pandemia Covid-19 ha stravolto la vita di bambini e adolescenti, generando forme di disagio psicologico, difficoltà nella socializzazione, depressione, disturbi alimentari, comportamento antisociale” ha detto Rosaria Iardino, presidente di Fondazione The Bridge, aggiungendo che “con la nostra ricerca abbiamo voluto offrire spunti di riflessione utili. Occorre promuovere una scuola più educativa e meno competitiva, sostenere la famiglia, sviluppare percorsi integrati diagnostico-terapeutici e strategie di promozione della salute mentale, potenziare i servizi di neuropsichiatria. Senza dimenticare la necessità di regolamentare l’uso delle nuove tecnologie e soprattutto dell’AI, da parte dei minori. Tutte iniziative che, auspichiamo, possano presto diventare strutturali”.