The Lancet: il Sistema sanitario italiano va a picco

The Lancet: il Sistema sanitario italiano va a picco

7 Gennaio 2025 Off Di Manto

 

Eppur si … cura, ma come?  Quello che, fino a poco fa e nonostante le sbavature, era considerato il miglior sistema sanitario del mondo finisce nel mirino di una critica  impietosa che, senza tanti preamboli, dichiara “rotto il giocattolo”. E a sollevare il grave problema non è un giornale o un giornalista qualsiasi, bensì la nota rivista The Lancet che “canta il De profundis” al sistema deputato ad assicurare la cura agli italiani, alla sua frammentazione regionale e al rischio di ulteriori divisioni con l’avvio dell’autonomia differenziata. Nell’editoriale di Pooja Jha, direttrice di Lancet Regional Health—Europe, si inizia puntando il dito sul sistema di gestione dei dati nel sistema sanitario regionalizzato italiano. “Una delle debolezze più grandi – si legge – è l’infrastruttura di dati sanitari frammentata. Non esiste un sistema unificato, centralizzato per documentare e condividere registri salute, dati ospedalieri e registri dei medici di medicina generale”.

Il dito sulla nella piaga e presto  messo perché – denuncia The Lancet –  è proprio il sistema delle regioni che operano “in modo indipendente e con tecnologie differenti, a creare inefficienze”.

Insomma, la mancata o inadeguata gestione dei flussi informativi – base indispensabile per poter pensare ad una seria programmazione – crea problemi seri  all’interno delle regioni e negli stessi rapporti interregionali. Ovviamente non si tratta solo di questo ma è questo il nodo gordiano da quale scaturiscono tutte le altre falle del sistema.

Tra le altre, quella della migrazione sanitaria con corollario dei tristissimi viaggi della speranza di tanti ammalati che lasciano le regioni del Sud per trovare migliori cure nelle più tecnologiche regioni del Nord.  

E qui, la l’inadeguatezza di strumenti necessari per trasferire i dati – e torniamo a bomba –  procura ai pazienti meridionali l’handicap del ricovero negli ospedali del nord vengono senza possa accedere alla storia medica del malato. Sul sistema già più che traballante s’innesta il processo che sarà avviato dalla cosiddetta differenziata. La riforma, infatti, minaccia di peggiorare ulteriormente la situazione: “la legge, se approvata, decentralizzerà ulteriormente la governance sanitaria, inasprendo le disparità tra le regioni invece di promuovere la raccolta e la condivisione armonizzata dei dati. L’armonizzazione legislativa a livello nazionale è essenziale per istituire una rete di dati sanitari unificata. Questo approccio supporterà l’interoperabilità dei dati, la telemedicina e la digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale. L’incapacità di agire approfondirà le disuguaglianze, ritarderà i trattamenti e ostacolerà i progressi”.