Tommy Veronese: “Sono cresciuto in un quartiere pericoloso, il calcio mi ha salvato”
25 Marzo 2022“Non c’è un altro posto al mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio”. (Albert Camus)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un calciatore dalla grande esperienza: Tommy Veronese.
03/04 ssc Venezia; 04/05 Belluno; 05/06 Trento; 06/09 fc Sudtirol; 09/11Bassano virtus; 11/12 Bolzano fc; 12/13 St. Georgen; 13/14 Mezzocorona; 14/15 Marano
15/16 Trento; 16/17 Mestre; 17/18 Mosta fc (Malta); 18/19 Gzira United (Malta); 19/20 Tarxien Rainbow (Malta); 20/21 Gudja (Malta); 21/22 Mqabba (Malta).
Come hai vissuto e come vivi, come hai affrontato e come affronti la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili e severe misure restrittive?
La pandemia non mi spaventa affatto, mi spaventa semmai per quello che c’è dietro a tutta questa pandemia e a quello che c’è e ci sarà in termini di crisi economica e lavorativa.
Quanti danni hanno causato allo sport le chiusure indiscriminate della prima ora e la confusa se non cattiva gestione politica?
Lo sport ha subito sicuramente danni per questa pandemia, in termini economici, salute e aspetto non da poco in termini di “spettacolo”, nel senso che fermare un campionato per mesi, come l’anno scorso e poi riprendere come se non fosse successo nulla non fa bene a livello fisico. Ginocchia articolazioni etc.. infatti in questi anni ci sono stati molti infortuni, io anche ne ho risentito onestamente. Spettacolo nel senso che giocare in uno stadio vuoto non è il massimo, la gestione politica in Italia ormai è disastrosa da molti anni e non serviva una pandemia per constatarlo onestamente, non sanno nemmeno loro cosa fare a volte e che misure applicare.
Quanto valore attribuisci al binomio sport-salute, ovvero quanto è fondamentale l’attività sportiva per il conseguimento ed il mantenimento del benessere psico-fisico?
Lo sport per il benessere molto importante, si sa e lo dicono pure esperti in materia, io non potrei farne a meno, mi alleno da 30 anni e quando non lo faccio mi sento in colpa. Certo per non stressare troppo il fisico bisogna riposare anche.
Cosa ti ha dato e ti dà la pratica sportiva in termini di crescita personale, sociale e professionale?
Nella mia crescita personale lo sport e in questo caso il calcio è stato fondamentale. Mi ha insegnato ad arrangiarmi, a vivere da solo, interagire con la gente e tenermi lontano da cattive compagnie essendo cresciuto in un quartiere difficile e pericoloso. Infatti a 17 anni sono andato via di casa per giocare altrove.