Trapiantati epatici, ancora un passo in avanti

Trapiantati epatici, ancora un passo in avanti

28 Luglio 2019 0 Di La Redazione

Al Cardarelli di Napoli è stato presentato ufficialmente ilpercorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) per il follow up dei trapiantati epatici.

 Ieri l’altro, in occasione della presentazione alle associazioni dei pazienti di una prima bozza del Pdta, (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale), avvenuta presso nella sala riunioni del Crt della Campania, L’Aift regionale, rappresentata da Franco Martino e Giovanni Ruggiero, ha sentito innanzitutto il bisogno di esprimere la propria gratitudine e di dover ringraziare vivamente la direttore generale per la tutela della salute e il  Centro regionale trapianti, nelle persone dell’avvocato Antonio Postiglione e del dottor Antonio Corcione, per aver pensato di dover finalmente gettare le basi per fornire uno strumento per meglio regolamentare il percorso dei trapianti di fegato e, conseguentemente, dell’assistenza ai trapiantati nella nostra regione.

Analogo, sentito, ringraziamento, hanno espresso anche al team di medici per il notevole sforzo che ha posto in essere per contribuire alla stesura di tale documento. Questi ultimi, fra i quali molti epatologi affermati provenienti dalle varie strutture della Campania. Fra i quali, gli epatologi dell’Aorn casertana, Guido Piai e Giovanna Valente; il responsabile dell’epatologia dell’Asl Napoli 3 sud, Carmine Coppola; gli epatologi del Cardarelli, Francesco Picciotto e Alfonso Lanza, l’epatologa Carolina Ciacci dell’Aou di Salerno, Filomena Morisco, della Federico II; Gianfranca Stornaiuolo, della Vanvitelli di Napoli e il trapiantologo Giovanni Vennarecci del Cardarelli.

Il Pdta è stato molto ben illustrato dal dottor Pierino Di Silverio del Crt. Trattandosi di un primo incontro con il tavolo dei rappresentanti dei pazienti, c’è stato un chiaro ed articolato confronto che ha portato sicuramente ad un utile approfondimento delle tematiche trattate.

In particolare è stato posto l’accento sul primo accesso alle cure, sui tempi protocollari dei vari step e sull’utilizzo del regime di Day Hospital, a cui tutti i trapiantati di organi – non soltanto quelli di fegato – hanno diritto di accedere. “La circostanza ha fornito l’occasione – ha dichiarato Franco Martino – per un importante scambio di opinioni avvenuto fra le parti, nell’ambito delle quali è stato possibile rappresentare al Dott. Di Silverio il chiaro punto di vista dei “destinatari” del percorso di cui trattasi, nel quale, evidentemente, appariva palese la mancanza nella stesura del testo redatto da soli “tecnici”. Per esempio, un concetto che sta molto a cuore all’Aitf, – ha proseguito Martino – è che sempre più spesso, si è portati a considerare il gastroenterologo sempre e comunque con le competenze dell’epatologo. Pur nutrendo il massimo rispetto per tale figura di medico, posso affermare con certezza che non è assolutamente così! Ci sono sicuramente alcuni gastroenterologi che possono essere annoverati fra gli epatologi perché si sono dedicati per anni alla materia diventando “specializzati” di fatto (considerato che non esiste una vera specializzazione accademica in epatologia) ma la maggior parte di loro ha competenze generiche e non specifiche sul fegato, soprattutto sul Follow-up del trapiantato epatico. Tali, errate convinzioni, possono davvero produrre degli effetti devastanti sulla salute dei pazienti, soprattutto se sono fatte proprie da qualche direttore generale di Asl o Aorn” che, magari, le traduce addirittura in incarichi operativi.” Subito dopo le ferie estive, è previsto un successivo incontro  per la stesura definitiva del Pdta, anche alla luce dei contributi arrivati dalle osservazioni formulate dalle Organizzazioni di volontariato dei pazienti. Dopodiché, l’importante documento dovrà essere recepito da una direttore generale per diventare esecutivo.