Tre aggressioni al giorno contro i medici

Tre aggressioni al giorno contro i medici

7 Agosto 2019 0 Di La Redazione

Lo rivela uno studio Inail riportato da un lancio di agenzia dell’Adnkronos. Filippo Anelli Fnomceo: “Così si finisce per mettere a rischio la qualità dell’assistenza”.

Mai abituarsi alla violenza. Meno che meno quella perpetrata ai danni degli operatori sanitari, segnatamente quelli impegnati nell’emergenza che risultano i più esposti, i quali invece di dedicarsi a salvare vite devono preoccuparsi per la propria incolumità. Sono in media tre al giorno le aggressioni denunciate in Italia dagli operatori sanitari (dati Inail): soltanto nell’ultimo anno, le violenze denunciate ammontano a 1.200 casi, di cui 456 hanno riguardato gli addetti al Pronto soccorso, 400 si sono verificati in corsia e 320 negli ambulatori. “E questa è solo la punta dell’iceberg, in quanto molti medici e infermieri non denunciano, per pudore, per vergogna, per timore di ritorsioni, perché ci si è abituati alla violenza, o per poter finire il turno e non lasciare i pazienti senza assistenza”.

A ricordarlo è il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, raggiunto dalla notizia delle due aggressioni avvenute ieri al pronto soccorso del policlinico Umberto I di Roma.

Qui due medici, in momenti diversi, sono stati aggrediti verbalmente e strattonati da pazienti che lamentavano tempi d’attesa troppo lunghi per essere visitati. Uno dei due professionisti ha riportato una contusione alla spalla guaribile in dieci giorni. “Una recente indagine da noi condotta tramite un questionario aperto a tutti i medici italiani ha rilevato che, nell’anno precedente, un professionista su due aveva subito un’aggressione verbale, quattro su cento violenza fisica, con gravi conseguenze sulla loro salute psicofisica e ricadute sulla loro performance professionale – spiega Anelli – per questo affermiamo che chi aggredisce un medico aggredisce se stesso, e che la mancanza di sicurezza e ordine pubblico nei pronto soccorso e i presìdi ambulatoriali di guardia medica, facendo decadere le garanzie per un servizio di qualità, può arrivare a inficiare il diritto fondamentale alla tutela della salute sancito nell’articolo 32 della Costituzione”.