Tumori del sangue, sabato concerto a Napoli all’Ondina di Posillipo

Tumori del sangue, sabato concerto a Napoli all’Ondina di Posillipo

19 Settembre 2024 Off Di La Redazione

 

Combattere le neoplasie ematiche. Sabato prossimo 21 settembre si terrà all’Ondina di via Posillipo a Napoli un concerto all’alba (dalle 6 e 40 alle 7 e 20) eseguito dagli allievi del Conservatorio di San Pietro a Majella. 

Con il patrocinio di Fondazione GIMEMA – Franco Mandelli Onlus, AIL – Associazione Italiana contro le leucemie, linfomi e mielomi e Lampada di Aladino ETS, #SavingTime porterà la musica classica fuori dai confini consueti, in luoghi all’aperto, rendendola metafora della ricerca scientifica: così come la musica classica tradizionalmente confinata in teatri e sale da concerto, viene portata all’esterno annunciando nelle piazze italiane la nascita di un nuovo giorno, la ricerca scientifica, risultato dell’armonica collaborazione tra più professionisti, acquisisce valore quando esce dai laboratori ed entra nella vita quotidiana delle persone. I brani eseguiti durante i concerti diventeranno una playlist, disponibile su Spotify, che accompagnerà pazienti e caregiver nelle sale d’attesa dei reparti di ematologia degli ospedali, regalando loro momenti di conforto.

I tumori del sangue, suddivisi in linfomi (48%), leucemie (33%) e mielomi (19%)[1], sono un gruppo eterogeneo di malattie che colpiscono il sistema linfatico, le cellule del midollo osseo e il sistema immunitario. In Italia le persone con una neoplasia ematologica sono 500.000 e ogni anno si registrano 30mila nuove diagnosi ogni anno nuove diagnosi, posizionandosi al quinto posto in termini di incidenza[2]. Freddi numeri, dietro cui ci sono persone – pazienti e i loro caregiver – che lottano quotidianamente per una buona qualità di vita, in assenza di una cura definitiva.

“Nell’ambito dei tumori del sangue rientrano patologie diverse tra loro per prognosi e incidenza e, in alcuni casi, caratterizzate da un alto tasso di recidiva, soprattutto laddove non siano ancora state ancora trovate soluzioni guaritive. Fortunatamente, grazie ai progressi fatti dalla ricerca scientifica, abbiamo a disposizione soluzioni terapeutiche innovative ed efficaci, con un basso tasso di tossicità e in grado di mantenere sotto controllo la malattia per lunghissimo tempo nelle situazioni per le quali non esiste ancora una terapia guaritiva. Questi risultati erano fino a poco tempo fa impensabili – commenta Antonio Pinto Direttore della Struttura Complessa di Ematologia Oncologica presso l’IRCCS Fondazione Pascale di Napoli – Oggi siamo quindi in grado di poter offrire al paziente una qualità di vita migliore rispetto al passato. Guardando al futuro, attendiamo fiduciosi la disponibilità di nuove terapie capaci di rispondere in maniera sempre più fattiva alle sfide che i tumori del sangue ci spingono ad affrontare”.

Oggi il trattamento delle neoplasie ematologiche si avvale di soluzioni farmacologiche appartenenti a diverse categorie (chemioterapici, anticorpi monoclonali, immunomodulanti, inibitori del proteasoma, inibitori delle tirosin-chinasi, immunoterapia cellulare), terapie che nel tempo hanno permesso di accrescere, da un lato i tassi di guarigione e, dall’altro, l’aspettativa di vita. Per il futuro, le innovazioni scientifiche più rilevanti puntano a rispondere ai bisogni ancora insoddisfatti di quei pazienti che hanno accesso ad un ventaglio ancora estremamente limitato di opzioni di trattamento.

“Il mondo delle malattie del sangue è stato rivoluzionato dai progressi scientifici. Percorsi diagnostici più precisi e accurati, utili a identificare il sottotipo di malattia, e la disponibilità di terapie sempre più efficaci che ci permettono di avviare un percorso di cura personalizzato, rappresentano una concreta opportunità per migliorare la risposta clinica e la sopravvivenza dei nostri pazienti e garantire loro una quotidianità di qualità – dichiara Marco Ladetto Professore Associato in Ematologia, Università del Piemonte Orientale, Direttore SCDU Ematologia – Ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo Alessandria e presidente della Fondazione Italiana Linfomi (FIL) – Tutto questo è oggi realtà e reso possibile grazie a un grande lavoro sinergico fatto da tutti gli addetti ai lavori, perché la ricerca scientifica si fa insieme, come una grande orchestra in cui ciascuno strumento dà il massimo per creare una sinfonia di valore”.

Personalizzazione della cura, terapie sempre più avanzate ed efficaci, riduzione degli effetti collaterali, aumento dei tassi di guarigione e delle aspettative di vita sono quindi gli indirizzi della ricerca, con l’obiettivo ultimo di migliorare significativamente la qualità di vita del paziente che non solo convive con la patologia e i suoi sintomi, ma anche con il relativo carico emotivo e psicologico.

La diagnosi di un tumore del sangue impatta in modo significativo sulla vita del paziente che spesso è costretto a cambiare la propria quotidianità e quella della propria famiglia a causa dei periodi prolungati di ospedalizzazione, dei complessi percorsi di cura, dell’isolamento fisico dovuto all’immunodepressione, della difficoltà di reinserimento in ambito sociale e lavorativo. La prospettiva, che arriva dalla ricerca scientifica, di un periodo di vita più lungo grazie a un trattamento che terrà la malattia in secondo piano, rappresenta una fonte di fiducia per i pazienti di fronte all’attuale incertezza.

“Il nostro impegno nella ricerca di farmaci innovativi in area oncologica è iniziato 50 anni fa ed oggi si è esteso alle patologie del sangue, ampliando così le nostre competenze – sottolinea Elias Khalil Presidente e Amministratore Delegato Lilly Italy Hub – Entrare in area ematologica per noi significa dare più tempo ai pazienti, più tempo di qualità per vivere la propria vita, anche a quelli colpiti da malattie poco riconosciute e che fino a ieri non avevano l’opportunità di vivere la propria vita pienamente fino alla fine. Ci auguriamo che i progetti di ricerca attualmente in corso possano confermare l’efficacia e la sicurezza dei farmaci in studio e dimostrare benefici significativi per i pazienti rispetto alle terapie oggi disponibili.”