Tumori, in Italia indietro di anni per le cure anticancro
12 Novembre 2023Restano ancora troppo lunghi i tempi per accedere alle cure innovative anticancro in Italia.
In tre anni (2018-2021), in Europa sono state commercializzate 46 molecole anticancro ed il nostro Paese ha garantito la disponibilità a 38, collocandosi al terzo posto dopo Germania (45) e Svizzera (41), e davanti a Francia (33), Grecia (32), Svezia (30), Olanda (29) e Spagna (26).
I pazienti oncologici italiani, però, devono aspettare ancora 419 giorni, 14 mesi, per accedere a tali farmaci dopo l’approvazione dell’Agenzia europea dei medicinali (102 in Germania, 145 in Danimarca). Per questo, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) chiede che siano aboliti i Prontuari Terapeutici Regionali che allungano i tempi di disponibilità delle terapie.
L’appello viene dal XXV Congresso Nazionale della società scientifica a Roma. I tempi di latenza negli ultimi anni si sono ridotti: superavano, infatti, i 24 mesi un decennio fa. Ma sono ancora troppo lunghi, soprattutto se si tratta di terapie salvavita in grado, in alcuni casi, di cronicizzare il tumore o di guarire. In Italia, “ogni giorno, 1.070 persone si ammalano di cancro – afferma Saverio Cinieri, Presidente Aiom -. Nel 2022 i nuovi casi sono stati 390.700. La sopravvivenza a cinque anni è pari al 65% nelle donne e al 59% negli uomini, e raggiunge il 90% in neoplasie molto frequenti come quelle di seno e prostata.
Questi dati collocano l’Italia ai primi posti nel mondo. E’ però fondamentale garantire un accesso più tempestivo alle molecole innovative: vanno aboliti i Prontuari Terapeutici Regionali e va consentita l’immediata disponibilità dopo la pubblicazione in Gazzetta, anche nelle more delle gare regionali”. In 10 Regioni sono ancora presenti infatti i Prontuari Terapeutici (Ospedalieri) Regionali, cioè liste di farmaci prescrivibili all’interno dei presidi ospedalieri, e si riscontrano forti disparità territoriali: “Molte regioni – sottolinea Francesco Perrone, presidente eletto Aiom – hanno attribuito carattere vincolante al proprio Prontuario, in altre non sono vincolanti per l’acquisto dei farmaci oncologici. Altre, invece, non ne dispongono e hanno immediata disponibilità delle terapie. Si tratta di disparità inaccettabili. Ci auguriamo che la riforma di Aifa sia portata a termine quanto prima. Un assetto definito dell’agenzia regolatoria potrà infatti aiutare a risolvere questi problemi”.