Tutta la sanità è Paese: il volontariato con fini di lucro
30 Gennaio 2019Riceviamo e pubblichiamo.
Nella civilissima Toscana, all’avanguardia fra le regioni per i servizi sanitari, succedono cose che, francamente, pensavamo dovessero appartenere a quelle aree dell’Italia note per disorganizzazione ed arretratezze.
Egregio Presidente Rossi,
Mi chiamo C. C. e sono a Pisa col mio compagno, emiplegico dopo una ischemia cerebrale, per un percorso di riabilitazione per neurolesi gravi in day hospital presso l’ospedale Cisanello. Nella Sua regione c’è l’istituto sant’Anna, una eccellenza, e lo stesso vale per i medici che con questo collaborano.
Ieri, 23/01, L’ho sentita urlare con forza e con fermezza del diritto alla salute in uno scorcio del discorso da Lei tenuto e mi è piaciuto. Sono parole che mi riappacificano con me stessa e non mi fanno più sentire una nota stonata in questa nostra Italia in cui mi scopro sempre più a disagio.
Vengo al punto.
Ho difficoltà a raggiungere senza collaborazione il Cisanello pur stando a piano terra e solo a poche centinaia di metri da questo. Ho chiesto aiuto e ho ricevuto o dinieghi o mi è stata richiesta la tariffa di 30€ a/r al giorno e non si trattava di auto private o taxi, ma della Croce Rossa e della pubblica assistenza.
Sono una fuori regione, un contributo lo capisco, ma non un furto, quale è chiedere 30euro per ciascuno dei 30 giorni di terapia. Ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad aziende con fine di lucro e di subire discriminazioni dall’odore leghista.
Croce Rossa e Pubblica assistenza credevo fossero altro.
In qualche modo il mio problema lo risolvo, anche se con difficoltà, alla fine si tratta sempre e solo di una questioni di soldi, ma tutto questo non è degno della regione Toscana.
Cordialità