Tutta questione di orecchio … e non solo
3 Marzo 2019Pubblicati online i dati della sorveglianza Passi d’Argento (Istituto superiore di sanità) che monitora gli stili di vita degli anziani. Oggi, 3 marzo, giornata mondiale dell’udito.
Il 20% degli ultra 64enni italiani riferisce un deficit dell’udito (il 5% supera questa difficoltà facendo ricorso all’apparecchio acustico, mentre il 14% non fa ricorso ad alcun ausilio). Questa quota che non sembra mostrare differenze di genere significative, aumenta all’avanzare dell’età e raggiunge il 45% fra gli ultra 84enni. Inoltre, il deficit uditivo è più frequente tra le persone con livello di istruzione più basso e condizioni economiche peggiori, mentre il ricorso all’apparecchio acustico va nel senso opposto ed è più frequente fra le persone più avvantaggiate. Risulta inoltre evidente un’associazione statisticamente significativa fra avere un deficit uditivo non corretto e depressione, cadute e isolamento sociale, a parità di genere, età e determinanti sociali, come già evidenziato in altri studi.
Sono questi alcuni dei dati presentati su EpiCentro-Iss in previsione della Giornata mondiale dell’udito (3 marzo 2019) da Passi d’Argento (PdA), il sistema di sorveglianza dedicato alla popolazione anziana che raccoglie informazioni su salute percepita, fattori di rischio comportamentali e su alcune condizioni peculiari degli anziani, volte a descrivere la qualità della vita e i bisogni di questa categoria di persone.
Passi d’Argento – coordinato dall’Istituto superiore di sanità (ISS) e inserito da DPCM del 3 marzo 2017 (GU Serie Generale n.109 del 12-05-2017) tra le sorveglianze di rilevanza nazionale – pubblica oggi con una prima tranche di nuovi dati, relativi alla raccolta 2016-2017 e consultabili tramite interrogazione dinamica con grafici e tabelle.
Nel biennio 2016-2017 PdA ha intervistato 22.984 persone di 65 anni o più, selezionate con campionamento proporzionale stratificato per sesso e classe di età dalle liste degli iscritti alle anagrafi sanitarie delle singole ASL.
Il primo pacchetto di dati pubblicato da Passi d’Argento (oltre al focus ad hoc sui disturbi dell’udito) comprende i temi sugli stili di vita e Guadagnare salute: consumo di frutta e verdura; eccesso ponderale e calo fisiologico; attività fisica; abitudine al fumo; consumo di alcol. Cosa emerge?
Consumo di frutta e verdura
Solo 1 persona su 10 arriva a consumare almeno 5 porzioni al giorno (five a day), come raccomandato, la gran parte (55%) consuma 3-4 porzioni. I problemi di masticazione riguardano una quota di ultra 64enni contenuta ma non trascurabile (13%) e rappresentano, fra le condizioni di salute indagate, una delle condizioni più associate allo scarso consumo di frutta e verdura: fra coloro che riferiscono problemi nella masticazione oltre la metà non supera le 2 porzioni al giorno e meno di 1 persona su 10 riesce a raggiungere le 5 come raccomandato.
Eccesso ponderale e calo fisiologico
Il 57% degli ultra 64enni sono in eccesso ponderale: 43% in sovrappeso e 14% obeso. L’obesità è più frequente fra le persone con patologie croniche o con co-morbidità raggiungendo il 20% fra le persone con 2 o più patologie croniche. La percentuale di anziani che perdono peso indipendentemente dalla loro volontà è pari al 8%, e più frequente fra gli over 85enni (10%). Questo aspetto, che è un fattore potenzialmente fragilizzante, si verifica più spesso tra coloro che hanno patologie croniche (11% fra chi ha almeno 2 patologie croniche vs 6% di chi non riferisce alcuna diagnosi di cronicità). In ogni fase della vita lo stato nutrizionale è un importante determinante delle condizioni di salute e in particolare, in età avanzata, gli eccessi come le carenze alimentari sono entrambi in grado di provocare la comparsa di processi patologici a carico di vari organi e di favorire il processo di invecchiamento dell’organismo. L’eccesso di peso favorisce l’insorgenza o l’aggravamento di patologie preesistenti e influisce negativamente sulla qualità della vita della persona. La perdita di peso non intenzionale rappresenta, invece, un indicatore comunemente utilizzato per la fragilità dell’anziano.
Attività fisica
Passi d’Argento misura il livello di attività utilizzando uno specifico strumento (il PASE “Physical Activity Scale for Elderly”) che consente di “quantificare” i livelli di attività fisica raggiunta considerando le attività comunemente svolte da persone di questa età, come passeggiare, fare giardinaggio, curare dell’orto, fare attività domestiche o piccole riparazioni, prendersi cura di un’altra persona, senza enfatizzare le sole attività sportive o ricreative, che pure vengono prese in considerazione. I dati mettono in evidenza che camminare fuori casa è l’attività maggiormente praticata tra quelle di svago e che è molto il tempo dedicato ad attività domestiche e ancora troppo poco quello per le attività orientate ad allenare la forza muscolare e rafforzare le ossa (indispensabile per prevenire le cadute). Il gap aumenta al crescere dell’età e delle difficoltà economiche. Inoltre, nonostante sia diffusa la conoscenza dell’importanza di praticare attività fisica ai fini del benessere psico-fisico degli anziani si rileva che solo il 28% degli ultra 64enni, negli ultimi 12 mesi precedenti l’intervista, ha ricevuto da parte di un medico o altro operatore il consiglio di fare attività fisica.
Abitudine al fumo
In Italia, la maggioranza degli ultra 64enni, non fuma (63%) o ha smesso di fumare da oltre un anno (27%), ma 1 persona su 10 è ancora fumatore (10%). Il 65% dei fumatori riferisce di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare da parte di un medico o un operatore sanitario nei 12 mesi precedenti l’intervista.
Consumo di alcol
Nel nostro Paese 2 anziani su 10 fanno un consumo di alcol “a rischio” per la loro salute, poiché bevono mediamente più di 1 unità alcolica al giorno, la gran parte di loro non supera le 2 unità al giorno e questo fa pensare che si tratti del bere durante i pasti, abitudine acquisita nel corso della vita che, si può immaginare, non venga percepita come rischiosa per la salute. Preoccupante il numero di persone che assume alcol pur avendo una controindicazione assoluta, come i pazienti con malattie del fegato, fra i quali il 28% consuma bevande alcoliche. L’attenzione degli operatori sanitari al problema risulta scarsa: meno del 10% dei consumatori di alcol a rischio riferisce di aver ricevuto il consiglio di bere meno dal medico o da altro operatore sanitario.