Tutti i nodi del rientro a scuola (I parte)
1 Settembre 2020La necessità di garantire il diritto a un’istruzione di qualità nonostante l’emergenza pandemica è indicata come una priorità da tutte le agenzie internazionali, come l’Oms e l’Unesco, e pure il nostro presidente Sergio Mattarella ha sottolineato come l’obiettivo primario sia riaprire la scuola in presenza, ma anche farlo in sicurezza. Vediamo uno ad uno quali sono i nodi principali del rientro a scuola.
I RISCHI – L’impatto della riapertura delle scuole sulla diffusione del Coronavirus non è chiaro. I dati sinora disponibili mostrano che i bambini si contagiano più frequentemente in famiglia che a scuola tra coetanei, inoltre hanno meno probabilità di contagiarsi, di sviluppare sintomi gravi, e di trasmettersi il virus tra di loro e passarlo agli adulti. Viceversa, gli adolescenti possono fungere da “cavallo di Troia”, portando l’infezione in famiglia. La riapertura delle scuole per i più piccoli appare dunque, come conclude una ricerca pubblicata su Science, meno rischiosa rispetto ai licei. Secondo l’Oms, ad oggi sono stati segnalati nel mondo solo pochi focolai che coinvolgono le scuole. Uno studio del Lancet Child & Adolescent Health journal ricorda che le chiusure scolastiche non hanno contribuito al controllo dell’epidemia di SARS in Cina, Hong Kong e Singapore nel 2003 e conclude che avrebbero un impatto marginale per arginare i contagi anche nel caso del Covid-19, a fronte di un impatto devastante sui bambini e ragazzi, soprattutto per quelli più svantaggiati. In Olanda, Finlandia, Belgio, Austria, Germania, Danimarca e Norvegia, con le misure di controllo, la frequenza delle scuole in corso di pandemia da Covid-19 è stata possibile, mentre in Israele, senza le appropriate misure di contenimento, si è verificata una forte diffusione nelle scuole, e in North Carolina l’Università ha dovuto richiudere dopo una settimana per impennata dei contagi. Per i Paesi svantaggiati non ci sono le risorse per adeguare gli ambienti scolastici alle esigenze di sicurezza, e in realtà come il Bangladesh o le Filippine le scuole non riapriranno. Chiudere le scuole in presenza non è d’altronde una scelta scevra di rischi: dai danni culturali, cognitivi, sociali, emotivi agli effetti negativi sulla salute (sedentarietà, disturbi del sonno, problemi nutrizionali, depressione e ansia).
TEST SIEROLOGICI – Il governo ha previsto il test sierologico per SARS-CoV-2, prima dell’inizio della scuola, sul personale scolastico su base volontaria, e a campione sugli studenti; chi risulti positivo effettuerà il tampone di conferma. I test sierologici hanno valore epidemiologico sulla popolazione, per valutare la diffusione dell’infezione nella comunità (indagine di siero-prevalenza), ma non diagnostico sul singolo individuo, perché gravati da troppi falsi positivi e negativi. La finalità del sierologico è effettuare uno screening di chi vada sottoposto a tampone: data l’impossibilità di tamponare tutti, si cerca di fare una selezione del campione; tra i positivi al sierologico è più probabile intercettare l’asintomatico positivo piuttosto che in un campione non selezionato. E’ stato sbagliato pertanto presentarlo come “esame di garanzia” per la riapertura in sicurezza delle scuole. Soprattutto il test sierologico rapido, eseguito su sangue capillare, dal dito (test qualitativo) è poco sensibile rispetto al test quantitativo su prelievo venoso. Anche il valore epidemiologico di un test sierologico fatto una volta sola e su base volontaria è discutibile: per una fotografia efficace della siero-prevalenza andrebbe esteso a tutto il personale scolastico e gli alunni e ripetuto periodicamente.
MISURAZIONE TEMPERATURA – Non viene prevista dal Governo la misurazione della temperatura prima dell’ingresso negli istituti scolastici: sta alla responsabilità dei genitori e degli studenti misurarla a domicilio e non uscire in caso di febbre oltre 37,5° o sintomatologia sospetta. Questo sia per evitare che gli studenti ammalati infettino prima ancora di entrare in classe (fermate, autobus, treni, metropolitana, piazze, ecc.) sia per non creare file all’ingresso a scuola. Le Regioni potranno decidere però autonomamente di dotare le scuole di termoscanner per un secondo rilevamento dopo quello a domicilio (come farà la Campania). Si temono errori e imprecisioni nella misurazione domestica, oltre al rischio che qualche genitore non denunci la febbre per problemi a tenere il bambino a casa, o che qualche ragazzo la dichiari falsamente per non andare a scuola. C’è infine da segnalare che secondo pareri di esperti la misurazione della temperatura sarebbe poco significativa per identificare il rischio di Covid-19, data la assoluta aspecificità.
BANCHI – Il Governo ha impegnato ben 300 milioni di euro per comprare 3 milioni di banchi monoposto. Purtroppo, visto l’andamento della gara, la loro disponibilità sarà completata, si prevede, entro il primo novembre (ma c’è chi parla addirittura di fine 2020). Non è facile inoltre stabilire la disposizione idonea dei banchi nelle aule per garantire il distanziamento richiesto tra gli alunni.
DISTANZE – Il protocollo di sicurezza prevede il mantenimento della distanza minima di 1 metro tra le rime buccali degli alunni, nei banchi ma anche in tutte le attività (e di 2 metri in palestra). Saranno necessari all’uopo scaglionamenti delle entrate e uscite. Nelle aule si dovrà garantire uno spazio individuale di 2 metri quadrati, compreso lo spazio occupato dal banco. Lo spazio tra la cattedra e i banchi più vicini dovrà altresì essere di almeno 2 metri. Non tutti gli istituti hanno aule grandi a sufficienza per garantire la presenza di tutti gli alunni nel rispetto delle norme sul distanziamento, per cui sarà indispensabile reperire nuovi spazi: nell’ambito degli stessi edifici scolastici (palestre, laboratori, corridoi, sgabuzzini) anche attraverso interventi di edilizia leggera, o con la costruzione di tensostrutture in cortile, e fuori (parrocchie, oratori cinema, teatri, musei, caserme) con l’intervento degli enti locali (proprietari delle scuole). In mancanza di distanziamento sufficiente, la mascherina va tenuta tutto il tempo.
MASCHERINE – Studenti e personale indosseranno le mascherine durante ingresso e uscita, nei corridoi e in tutti gli spazi comuni; sarà abbassata solo durante una interrogazione, ai pasti o mentre si fa ginnastica. Per i bambini di età inferiore a 6 anni non è previsto l’obbligo di indossare la mascherina. Tenerla tutto il tempo in aula, per i bambini oltre i sei anni, non trova tutti d’accordo. La Germania impone la mascherina agli studenti quando vanno in bagno o se in uno spazio piccolo, nei corridoi per esempio. In Austria, Danimarca, Norvegia, Regno Unito, Svezia, Canada, non c’è obbligo.
IGIENE SCRUPOLOSA – Dato l’imperativo di tenere disinfettate le mani, sono previsti dispenser di gel igienizzante nei corridoi e fuori le aule. Tutti gli ambienti, le superfici, gli arredi, i materiali, dovranno essere puliti adeguatamente e costantemente. Va garantita ampia areazione degli ambienti con ricircolo dell’aria ad ogni cambio d’ora.
ACCOMPAGNATORI – Sarà da evitare l’ingresso all’interno dell’edificio scolastico degli accompagnatori degli alunni, realizzando la zona di accoglienza all’esterno, con un solo genitore, uso della mascherina e rispetto del distanziamento anche tra gli adulti, differenziando i punti di ingresso dai punti di uscita e con ingressi e uscite scaglionati. (Continua)
*Pediatra Asl Napoli 3 Sud