Tutti i nodi del rientro a scuola (II parte)
4 Settembre 2020COSA DEVE PREDISPORRE LA SCUOLA- Secondo il Rapporto dell’Iss “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, all’istituto scolastico spetta:
1) identificare un referente scolastico per il Covid-19 adeguatamente formato per gestire la risposta immediata in tutte le evenienze e il contact tracing se si verifica un caso in classe;
2) predisporre nel caso di un alunno si senta male in classe un locale interno adibito esclusivamente all’accoglienza e all’isolamento;
3) tenere un registro degli eventuali contatti tra alunni e/o personale di classi diverse;
4) stabilire la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnalare eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19; 5) monitoraggio delle assenze, per individuare subito classi con molti alunni mancanti che potrebbero essere indice di una diffusione del virus.
SINTOMI SOSPETTI – Il Covid-19 si deve prendere in considerazione in ogni caso di febbre senza una causa che la spieghi, o di sintomi respiratori e/o gastro-intestinali dei bambini. La diagnosi differenziale con sindromi simil-influenzali su base clinica è impossibile. Il bambino con sintomi deve restare a casa e il suo medico deciderà se fargli effettuare il tampone.
COSA FARE IN CASO DI SINTOMI IN CLASSE- Il protocollo di sicurezza prevede che se un bambino sta male in classe (aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,5°C o sintomi compatibili con Covid-19) l’operatore scolastico avvisi immediatamente il referente scolastico per Covid-19 che provvede a isolarlo e a chiamare i genitori per il ritorno quanto prima possibile al proprio domicilio e l’attivazione dei necessari protocolli sanitari tramite il suo medico curante. Se il sospetto viene confermato, la classe si chiude e si avvia la sanificazione straordinaria della struttura. I compagni di classe e gli insegnanti del caso confermato che sono stati a contatto nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi sono posti in quarantena per 14 giorni e tamponati per identificare gli eventuali positivi asintomatici. Il ragazzo non potrà tornare a scuola prima della totale assenza di sintomi e la negatività di due tamponi effettuati a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se allo studente viene diagnosticata una patologia diversa da Covid-19, invece, dovrà rimanere a casa fino a guarigione clinica seguendo le indicazioni del suo medico che redigerà una attestazione che il bambino può rientrare scuola. Simile la procedura da seguire nel caso sia un operatore scolastico a manifestare i sintomi del Covid-19.
LA CHIUSURA DELLE SCUOLE – La chiusura di una scuola o di classi della scuola dovrà essere valutata dal Dipartimento di Prevenzione in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità.
TAMPONI- Le scuole non dispongono di tamponi per l’accertamento dell’infezione da Covid-19 e si teme non bastino quelli in dotazione delle Asl per tracciare tutti i contatti dei contagiati negli istituti. Si è proposto di rendere disponibili nelle scuole test molecolari immediati come quelli utilizzati negli aeroporti per chi torna da Paesi considerati a rischio.
QUARANTENA- Secondo le direttive ministeriali, in caso di un positivo in classe vanno in isolamento per 14 giorni tutti i contatti delle ultime 48 ore, che prima della fine dei 14 giorni eseguiranno il tampone. Va in isolamento solo il contatto stretto (compagni e insegnanti) e non il contatto del contatto (i suoi familiari).
Nel caso invece lo studente sintomatico risulti negativo al tampone, il resto della classe può continuare la frequenza, all’esito del risultato negativo. Il bambino in quarantena perché positivo al Covid-19 deve essere assistito necessariamente dai genitori perché sono da escludere i nonni o la baby-sitter; i genitori diventano in tal caso contatti stretti e sono anche loro in isolamento; i contatti di classe del caso positivo sono invece in isolamento fiduciario, ma i loro genitori e conviventi non sono in isolamento. Non si sa se i genitori dei bambini in isolamento potranno usufruire di opportuni congedi speciali.
RIAMMISSIONE A SCUOLA – Se l’assenza non supera i 3 giorni, è il genitore che può far riammettere il bambino, facendo una sorta di autocertificazione in cui dichiara di non aver avuto contatti con altri, invece oltre i 3 giorni sono i pediatri a dover certificare la riammissione. Poiché i pediatri non dispongono di tamponi per escludere il Covid-19, saranno costretti a richiedere spesso il tampone per gli assistiti ammalati alla Asl, essendo impossibile, di fatto, certificare assenza di Covid-19 sulla base della clinica.
DOCENTI FRAGILI- Si stima che un docente su due delle superiori e uno su tre alle elementari abbia più di 55 anni, e molti sono portatori di patologie che li rendono suscettibili a un decorso più grave del Covid-19. Gli insegnanti a rischio (per età o patologie cardiovascolari, respiratorie, dismetaboliche, del sistema immunitario, oncologiche) possono chiedere al proprio curante un certificato anamnestico in base al quale il medico del lavoro (medico competente dell’istituto scolastico o medico del lavoro dei servizi territoriali dell’INAIL) formulerà la sua valutazione per la dichiarazione di “lavoratori fragili”. La qualifica comporta di avere maggiori tutele: dispositivi medici individuali più protettivi (ad esempio mascherina Ffp2 e visiera), non avere rapporto con il pubblico, nei casi più gravi non idoneità temporanea alla presenza.
DIDATTICA A DISTANZA – La tanto discussa didattica a distanza potrebbe restare parzialmente solo per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, dove le capacità tecnologiche degli studenti consentono di alternarla proficuamente con quella in presenza. Contro il divario sociale verso chi non possiede strumenti tecnologici adeguati per la didattica on line, lo Stato prevede l’erogazione di bonus ai fini dell’acquisto di PC, tablet e connessione veloce. Nel caso di un riaccendersi della pandemia, si tornerà alla didattica solo a distanza, ma stavolta con una piattaforma del Ministero. La chiusura e la didattica a distanza andrebbero considerate solo in estrema ratio, per le influenze negative su qualità degli apprendimenti, ruolo di socializzazione e inclusione della scuola, alfabetizzazione cognitiva, linguistica ed emotiva.
MEDICI E PSICOLOGI NELLE SCUOLE – Non esiste al momento la figura di una autorità sanitaria all’interno dell’istituto scolastico: tutte le scelte sono demandate ai medici curanti dei bambini e del personale.
Sarebbero auspicabili anche psicologi a disposizione di studenti e personale per il sostegno al disagio emotivo. Inoltre, si è proposta l’introduzione di Educazione sanitaria e Educazione civica come materie di insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado.
*Pediatra Asl Napoli 3 Sud