Ultimo viene il Conte
19 Novembre 2018Sin dai primi anni ’90 la gravissima difficoltà nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani in Campania ha comportato crisi ricorrenti che, ancora oggi, non lasciano intravvedere soluzioni prossime. Circa un quarto di secolo dopo, infatti, l’emergenza spazzatura è sempre in agguato.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato – oggi, in Prefettura a Caserta – il “Protocollo d’intesa per un’azione urgente nella Terra dei fuochi”.
Un documento sottoscritto oltre che dal presidente Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, anche dal Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, dal Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, dal Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dal Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, dal Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, dal Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, dal Sottosegretario al Ministero della Salute, Armando Bartolazzi, dal Prefetto di Caserta, Raffale Ruberto e di Napoli, Carmela Pagano.
La presenza del Governo nel capoluogo di Terra di Lavoro è certamente un bel segnale come lo fu, un decennio fa, quella di Berlusconi a Napoli che aprì proprio su questo tema il primo consiglio dei ministri del suo Governo.
Chi però ha un po’ di memoria non può aver dimenticato infatti che, prima di Conte, a partire dal 1994, avevano provato a risolvere lo stesso problema ben cinque presidenti del Consiglio dei ministri (Azeglio Ciampi, Lamberto Dini, Romano Prodi, Massimo D’Alema e Silvio Berlusconi) ed altrettanti governatori campani: Antonio Rastrelli, Andrea Losco, Antonio Bassolino, Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca.
All’illustre schiera bisogna aggiungere, per completezza dell’informazione, qualche gestione commissarial-prefettizia. Valgano, per tutti, i nomi di Pansa e di Catenacci.
Augurandoci, questa volta, un esito diverso, viene però spontanea la riflessione che, per tutti i soggetti coinvolti, nonostante l’impegno profuso, il risultato è stato fallimentare. Solo qualche tregua rispetto alle crisi acute (tonnellate di spazzature in strada a cadenze cicliche) con il problema ancora senza una soluzione strutturale ed un unico, immancabile, effetto collaterale: gli avvisi di garanzia ed i processi che non hanno risparmiato quasi nessuno degli amministratori locali coinvolti nel “tentativo di risolvere”.
E l’amarcord diventa amarissimo quando si pensa che in Campania sono successi episodi tali (cinquanta mezzi per la rimozione rifiuti danneggiati) che neppure in Colombia con i cartelli della cocaina imperanti: i camion della raccolta scortati da auto della polizia di stato.
E poi la riapertura, ope legis, di discariche considerate esauste, la fine della crisi decretata per legge, l’avvio di indagini epidemiologiche sulle popolazioni che non hanno mai dato, e del resto non lo potevano, risultati univoci, i roghi di spazzatura e rifiuti speciali a tutte le ore.
Più recentemente, ma mica tanto siamo già nell’era Caldoro, l’annuncio dei droni che, insieme all’esercito posizionato sulle discariche, avrebbero risolto il problema. E poi, il balletto ultraventennale – che continua ancora oggi (Salvini – Di Maio) – su inceneritori si, inceneritori no.
E infine, su tutto, la camorra, unica autentica vincitrice, che continua a fare affari, come prima e più di prima, sulla pelle della gente e dei bambini, massacrati in nome del dio denaro.