Un enzima per cotrastare il glioblastoma

Un enzima per cotrastare il glioblastoma

20 Aprile 2025 Off Di La Redazione

Sembra ci si avvicini ad avere una nuova arma per combattere il più aggressivo tumore del cervello: il glioblastoma. Si tratta un enzima, cioè una proteina che accelera le reazioni chimiche, e gioca un ruolo chiave nel processo che permette al tumore di crescere rapidamente.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Science Advances, si deve alla ricerca coordinata dal Centro per la ricerca sul cancro della Ohio State University. L’enzima diventa adesso un obiettivo di possibili terapie più efficaci contro un tumore per il quale, al momento, ci sono pochissime cure disponibili.

Il glioblastoma è un tumore cerebrale a crescita rapida che si sviluppa a partire dalle cellule gliali del cervello, quelle che supportano e sostengono i neuroni, e si stima che colpisca circa 15mila persone ogni anno. “Il glioblastoma è il tumore cerebrale più letale, con una sopravvivenza media di soli 12-16 mesi dal momento della diagnosi nonostante le terapie”, osserva Huali Su, primo firmatario dello studio coordinato da Deliang Guo: “C’è urgente necessità – aggiunge Su – di nuovi bersagli molecolari per questa malattia”.

L’enzima identificato dai ricercatori si chiama Pgm3 ed è coinvolto nella reazione che produce l’esosammina, una molecola che attacca zuccheri a proteine e grassi consentendo ai tumori di crescere velocemente. Secondo i ricercatori, colpire con trattamenti specifici il Pgm3 consentirebbe di ridurre l’espansione del glioblastoma e di far morire le sue cellule: “Bloccare l’enzima Pgm3 – afferma Guo – potrebbe interrompere il collegamento tra zuccheri, proteine e grassi nelle cellule, aiutando a fermare la crescita del tumore”.

La Scienza

Un’elevata biosintesi di esosammina (amminozuccheri) alimenta la crescita tumorale facilitando la glicosilazione di proteine ​​e lipidi. Tuttavia, quale enzima in questa via sia più adatto come bersaglio antitumorale rimane poco chiaro. In questo studio, abbiamo dimostrato che il targeting di GFAT1, l’enzima che limita la velocità di sintesi delle esosammine, mostra effetti inibitori limitati sul glioblastoma (GBM), il tumore cerebrale più letale. Questo risultato è dovuto alla compensazione della via di recupero delle esosammine mediata da NAGK. Inaspettatamente, l’inibizione di PGM3, che controlla il flusso sia della sintesi de novo di esosammine che delle vie di recupero, riduce l’espressione di altri enzimi in questa via e sopprime SREBP-1, un fattore di trascrizione lipogenico critico, inibendo efficacemente la crescita del GBM. Inaspettatamente, SREBP-1 aumenta la trascrizione dell’espressione degli enzimi di sintesi delle esosammine, mentre l’inibizione di questi enzimi a sua volta riduce l’attivazione di SREBP-1 riducendo la N-glicosilazione del suo trasportatore, SCAP. Il nostro studio ha identificato PGM3 come un bersaglio promettente per il trattamento del GBM. La sua inibizione interrompe il meccanismo di feedback positivo tra attivazione di SREBP-1 e sintesi delle esosamine, eliminando efficacemente le cellule di GBM.