Un pacco alimentare senza se e senza ma
21 Aprile 2020Un dono che non costringe a compromessi con la dignità chi lo riceve. La Fondazione Sorrento non chiede requisiti ma semplicemente dà, sapendo che i poveri sono aumentati e di molto.
Con il coordinamento della Fondazione Sorrento, presieduta dall’armatore di origini sorrentine, Gianluigi Aponte, diretta dall’avvocato Gaetano Milano, con il supporto professionale-economico dell’Associazione Albergatori e Ristoratori, dell’Alilauro-Gruson, della Cooperativa Tasso ed i Supermercati Pollio, nei locali del Teatro Tasso, messi a disposizione dal Comune di Sorrento, dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 12, una ventina di giovani volontari, distribuiscono pacchi alimentari per i meno abbienti, per i “poveri” del terzo millennio, disoccupati e persone bisognose di sostegno alimentare.
Non viene richiesta nessuna certificazione, basta chiedere per avere, in virtù di quel senso di solidarietà umana che basa il suo fondamento sull’esempio del medico napoletano dei poveri, Giuseppe Moscati, santificato nel 1987 da Giovanni Paolo Secondo, ricordato anche per il suo “chi può metta qualcosa, chi ha bisogno prenda”.
“Ogni giorno – spiega Gaetano Milano, amministratore delegato della Fondazione Sorrento, ed instancabile organizzatore di iniziative sociali-assistenziali (sua l’idea e la distribuzione, tra l’altro, di mascherine ai sanitari dell’ospedale sorrentino, alle forze dell’ordine ed ai comuni del territorio nel periodo di mancanza di tali presidi sul territorio) – distribuiamo intorno ai 150 pacchi alimentari confezionati con l’ausilio di esperti dell’alimentazione (pasta, legumi, salsa, olio, carne e pesce) ed in grado di assicurare pasti giornalieri ad una famiglia media per l’intera settimana”.
“Un’iniziativa concreta, sostanziosa – ha concluso il professionista sorrentino – resa possibile grazie al grande cuore dei nostri concittadini, che va ad affiancarsi alle tante messe in atto sul territorio per soccorreredignitosamente quanti in questo momento di forzata inattività, soffrono la mancanza di lavoro e lottano nel quotidiano per una dignitosa qualità del vivere”.