Un sistema di rete per affrontare al meglio le neoplasie
2 Novembre 2018 0 Di MantoEntro il 2019 l’intero territorio regionale sarà dotato di una rete oncologica, organizzata su più livelli. A fare il punto sullo stato dell’arte e sulle prospettive la videointervista della dottoressa Antonella Guida, dirigente di staff Direzione generale tutela salute Regione Campania.
Se ne parla da oltre tre lustri ma solo oggi quella che sembrava diventata “la favola bella che ci illude” sta assumendo le fattezze corpose di una realtà tangibile. Poco più di un anno ed anche la nostra regione si accoderà a quelle realtà (Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino, Umbria) che già si sono dotate dello strumento organizzativo e di governo che rende più efficace il contrasto alle malattie tumorali.
Nelle reti oncologiche, infatti, i processi vengono organizzati sulla base dei Percorsi Diagnostico-Terapeutici-Assistenzali (Pdta) e di quanto previsto dalle linee guida per ciascuna patologia. L’adozione di questi protocolli d’intervento, già positivamente sperimentati, non potrà che incidere positivamente e diventare auto essenziale per colmare quel gap che ancora separa troppe regioni del Sud rispetto al Nord del Paese. Un ritardo che pesa anche per altre ragioni come quella del minor investimento in tecnologia o della minore attivazione degli screening programmati nelle Regioni del Sud, il che finisce per ripercuotersi, in negativo, sui valori di sopravvivenza che rimangono inferiori ai valori registrati al Nord.
Nel campo delle neoplasie l’outcome principale è sicuramente dato dalla sopravvivenza: ne deriva che a calcolarla dal tempo della diagnosi fornisce una delle misure utili per valutare l’efficacia del sistema sanitario. Nel mondo della scienza medica tuttavia non sono pochi a sostenere che l’efficacia di un intervento non può prescindere anche da una valutazione in rapporto all’impatto della malattia e delle cure sulla qualità di vita della persona e della famiglia. Per questo prima di ogni cosa diventa fondamentale la presa in carico globale del paziente che è, del resto, uno degli obiettivi prioritari e fondanti del sistema di rete.
Un sistema che sul piano organizativo si traduce in una stretta connessione tra ospedali periferici e centri di eccellenza, al fine di rendere condivisi protocolli e modelli, in un lavoro di squadra e di scambio di informazioni cliniche, con l’obiettivo di fornire al paziente la migliore terapia disponibile, ma anche la migliore gestione delle complicanze, delle recidive, degli interventi riabilitativi e del follow up o delle cure palliative.
In altre parole, l’attivazione della rete garantisce che le diagnosi di cancro siano effettuate in una fase precoce, che l’attesa per l’esecuzione degli esami sia più breve, la continuità della presa in carico della persona malata dall’ospedale al domicilio.