Un vaccino per sperare di battere il cancro del fegato

Un vaccino per sperare di battere il cancro del fegato

20 Gennaio 2019 0 Di La Redazione

All’Istituto scientifico dei tumori di Napoli, “Fondazione G. Pascale”, al via la sperimentazione umana per provare l’efficacia di un vaccino in grado di bloccare le recidive dell’epatocarcinoma.

A Napoli una ricerca sperimentale all’avanguardia per portare un contributo alla cura del tumore del fegato. Si tratta dell’Hepavac, somministrato a cinque pazienti arruolati in tutt’Italia per la sperimentazione, di cui uno a Napoli, che aiuterà gli esperti a valutare eventuali effetti collaterali e di conseguenza i successivi step. l’Istituto dei Tumori di Napoli è, tra l’altro, capofila di un progetto scientifico internazionale iniziato 5 anni fa e che oggi sta dando i primi positivi risultati. Responsabile del progetto è Luigi Buonaguro, Direttore della Struttura dipartimentale di Immunoregolazione dei tumori.

Questa tipologia di tumore è caratterizzata da antigeni dell’epatocarcinoma, cioè le proteine presenti in grandi quantità unicamente sulle cellule tumorali. Gli antigeni scoperti sono totalmente nuovi e specifici per il tumore del fegato, questo significa che non si trovano sulle cellule sane del fegato, né in altri organi. Sfruttando proprio questi antigeni gli scienziati hanno potuto preparare il vaccino Hepavac. “L’obiettivo del vaccino è avere una prima idea di efficacia, un ritardo della ricomparsa del tumore o, nella migliore delle ipotesi, l’assenza di ricomparsa del tumore”, spiegano gli esperti.

Il trattamento completo implica nove iniezioni intradermiche che devono essere effettuate periodicamente e preceduta ad un’unica infusione endovena di ciclofosfamide a bassa dore, cioè un chemioterapico che aiuta a “preparare il terreno”.

Gli esperti stanno valutando gli effetti collaterali sui cinque soggetti coinvolti nella sperimentazione, aspetto fondamentale per procedere con i test. Per ora sappiamo che i primi quattro pazienti (uno seguito in Belgio e gli altri tre al Negrar di Verona) hanno mostrato effetti collaterali di lieve entità. C’è ovviamente grande cautela fra l’equipe scientifica che sta guidando la sperimentazione, per evitare amare delusioni alle persone ammalate e non alimentare aspettative che non sono state ancora provate dalla ricerca. Le premesse che il vaccino dia i risultati sperati, ovviamente, ci sono tutte ma occorrerà aspettare l’avvio della sperimentazione su più larga scala per poter valutare validità ed efficacia della nuova arma messa a punto contro il cancro epatico.