Una cura contro il Coronavirus: l’umanità

Una cura contro il Coronavirus: l’umanità

7 Marzo 2020 0 Di Martina Lombardi

L’emergenza mondiale causata dal coronavirus ha cambiato drasticamente la vita degli Stati colpiti, costretti ad affrontare con ogni mezzo la crisi degli ultimi mesi.

 

I riflessi del virus. L’Italia, uno dei paesi in cui il virus si è radicato maggiormente, si è ritrovata improvvisamente a dover fare i conti con una nuova realtà, lottando per contrastare lo sviluppo di questo particolare tipo di influenza attraverso misure precauzionali e reattive.

Come ribadito nel Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 4 marzo scorso, la Nazione ha sospeso ogni situazione in cui è prevista l’aggregazione sociale:

“sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro; sono sospesi altresì gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; limitatamente al periodo intercorrente dal giorno successivo a quello di efficacia del presente decreto e fino al 15 marzo prossimo, sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, numero 65, e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master e università per anziani; sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado”.

 La vita ha assunto, quindi, un nuovo aspetto: eventi sociali, manifestazioni, attività di formazione e didattiche e persino i contatti sociali sono limitati nella volontà di salvaguardare la salute pubblica.

È risaputo che nei paesi occidentali e in particolare in Italia la socialità e l’esternazione fisica (abbracci, strette di mano, baci) sono elementi importanti nella vita quotidiana: i contatti permettono infatti la nascita e la maturazione delle relazioni personali, siano esse private o lavorative.

La riduzione della fisicità, obbligatoria e necessaria in nome del benessere collettivo, è forse una richiesta difficile da mettere in pratica, perché fa parte della nostra cultura. Può sembrare un dato di poco conto se confrontato con le altre conseguenze del virus ma, a ben guardare, la limitazione dei contatti interpersonali è un aspetto che mostra chiaramente il cambiamento della vita degli ultimi tempi.

Il passo dal nuovo modo di vivere la collettività ad una pericolosa asocialità potrebbe essere, però, piuttosto breve: la paura e l’ansia provocano inevitabilmente un allontanamento tra gli uomini, causando una eventuale insensibilità ai problemi della vita civile.

L’unico, reale vaccino contro il coronavirus è quindi la solidarietà: ora più che mai i popoli degli Stati colpiti devono riconoscersi come una sola anima, lottando in modo unitario e collaborativo per sconfiggere l’emergenza presente.

Come si può compiere questa missione? Semplicemente impugnando l’arma più efficace: mettere in pratica nella vita di tutti i giorni i suggerimenti della Nazione, preferendo così al terrore e all’agitazione il rispetto di sé e dell’intero gruppo civile:

“a) lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;

  1. b)  evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
  2. c) evitare abbracci e strette di mano;
  3. d) mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;
  4. e) igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
  5. f) evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva;
  6. g)  non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
  7. h)  coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
  8. i)   non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
  9. l)   pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
  10. m) usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate”.