Una dieta ad alto indice glicemico aumenta il rischio di diabete, malattie cardiovascolari e tumori
26 Febbraio 2024Secondo un articolo pubblicato su Lancet Diabetes Endocrinology le raccomandazioni dietetiche per ridurre l’indice glicemico (GI) e il carico glicemico (GL) potrebbero avere effetti sulla salute simili a quelli delle raccomandazioni per aumentare l’assunzione di fibre e cereali integrali.
«Questo studio è stato condotto in risposta alla metanalisi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblicata su The Lancet nel 2019, che concludeva indicando una scarsa rilevanza di GI e GL nell’incidenza di malattie croniche o mortalità» esordisce il primo firmatario David Jenkins, professore di scienze della nutrizione alla Facoltà di Medicina dell’Università di Toronto, spiegando che, viceversa, meta-analisi di ampie coorti indicavano un’associazione tra diete ad alto indice glicemico e aumento del rischio di diabete e malattie cardiovascolari. Inoltre, una metanalisi del 2021 di studi clinici aveva mostrato gli effetti benefici delle diete a basso indice glicemico sui fattori di rischio cardiometabolico nei diabetici. «Per chiarire l’argomento abbiamo valutato le associazioni tra GI, GL, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, tumori legati al diabete e mortalità per tutte le cause analizzando i dati di dieci grandi coorti di cui 6 nordamericane, una europea, due asiatiche e una internazionale» scrivono gli autori che hanno identificato un totale di 48 studi che riportavano associazioni tra GI o GL e indici prognostici di interesse: 34 (71%) su vari tumori, nove (19%) sulle malattie cardiovascolari, cinque (10%) sul diabete di tipo 2 e tre (6%) sulla mortalità per tutte le cause.
E a conti fatti i ricercatori hanno scoperto che le diete ad alto GI si associano al diabete di tipo 2, alle malattie cardiovascolari, ai tumori legati al diabete e alla mortalità per tutte le cause. Associazioni simili sono state osservate tra GL elevato, diabete e malattie cardiovascolari. Non solo: il consumo di cereali integrali e ad alto contenuto di fibre mostra nei quattro indici prognostici principali riduzioni simili alle associazioni osservate con basso GI. E in un editoriale di commento Gabriele Riccardi e Olga Vaccaro, dell’Università Federico II di Napoli scrivono: «Questi risultati supportano l’importanza sia di ridurre le escursioni glicemiche postprandiali sia dell’indice e del carico glicemico , insieme alle fibre e ai cereali integrali, come marcatori della qualità dei carboidrati nelle raccomandazioni dietetiche».