Una morte evitabile?
28 Gennaio 2019Sulla vicenda tragica di Antonietta Cavallaro, deceduta dopo un intervento chirurgico, sembrano emergere gravi indizi che potrebbero portare all’errore umano.
Malasanità in penisola sorrentina: ci risiamo. Le prime indiscrezioni sui risultati dell’autopsia sul corpo della sessantaseienne Antonietta Cavallaro di Casola di Napoli – ricoverata il dieci gennaio nell’ospedale De Luca e Rossano di Vico Equense per l’asportazione della colicisti e successivamente deceduta nell’ospedale di Sorrento dove aveva subito un altro intervento “riparatore” con resezione intestinale – sembrano far emergere inquietanti interrogativi sulle modalità dell’intervento.
L’autopsia, richiesta dal magistrato inquirente della Procura di Torre Annunziata Emilio Prisco ed effettuate dai medici legali Infante e Romano, assistiti dai periti di parte, Antonio Sorrentino (per la famiglia), Vincenzo Buono, Antonio Tettorre, Claudio Buccelli, Di Maio per gli indagati, parla di perforazione di un’ansa intestinale a seguito di intervento di Laparoscopia per l’asportazione della colicisti su soggetto obeso, iperteso, cardiopatico, oltretutto con aderenze interne da pregressi interventi chirurgici addominali e, per di più, con piaghe da decubito nella zona lombo sacrale. Rispetto al tragico epilogo, superfluo, quindi, il nuovo intervento, questa volta a Sorrento a 48 ore dal primo, con un addome invaso da liquidi organici che, a quanto pare, avevano portato alla sepsi. Ulteriori rilievi sicuramente faranno piena luce sulle cause del decesso della signora, Al giudice la pronuncia finale.
Noi che ci limitiamo a raccontare i fatti, non possiamo però esimerci dal ripercorrere episodi simili, scorrendo l’elenco di casi analoghi e di relative denunce da parte dei familiari. Per tutti un minimo comune denominatore; decessi a seguito di intervento chirurgico nei due ospedali della penisola negli ultimi tre anni.
Elena Migliozzi (settembre 2015); Giuseppe Ruocco (maggio 2016); Ugo Santini (ottobre 2016); Immacolata Spano (dicembre 2016); Luigi Nica (aprile 2017); tutti ospedale di Sorrento; Salvatore Fusco (agosto 2017) ospedale Sorrento e Salerno; Andrea Ferraro (agosto 2018) ospedali di Vico, Sorrento e Sarno; Antonietta Cavallaro (gennaio 2019) ospedale Vico e Sorrento. In oltre tre anni, contiamo almeno nove denunce per morti “sospette”, relative solo ai “casi” sottoposti all’attenzione della magistratura. Alla fine si tratterà solo di tragiche fatalità? Noi ce lo auguriamo di cuore, perché solo così potranno, almeno in parte, essere lenite le ferite profonde dei familiari e fugato il dubbio, atroce, che queste vite potevano essere salvate.