Una poesia per Paolo Ascierto
14 Agosto 2020Il manager Attilio Bianchi: “Grazie maestro Tafuri la sua sensibilità ci spinge ad andare sempre avanti, sempre più lontano, a volare sempre più in alto, come l’Aquila del Vesuvio”.
Dopo i quadri, le poesie. Ormai l’arte è parte integrante del Pascale. Dopo gli artisti che hanno fatto e continuano a fare a gara a chi dona un dipinto per colorare le pareti del polo oncologico, un poeta campano, Enzo Tafuri, scrive una poesia sul Pascale e sul professor Paolo Ascierto. Il poeta, 79enne, originario di Vietri sul Mare è ora a Chianciano Terme, in un tour letterario dove ha presentato la poesia “L’Aquila del Vesuvio”. Nelle rime, ispirate alla pandemia, trovano spazio il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, definito governatore rigido, cavaliere d’onore e padre devoto e ovviamente l’Istituto dei tumori di Napoli, definita aquila che spicca un volo alato. Per Tafuri il Pascale ha donato gocce di speranza, a cui il poeta non poteva rimanere insensibile. Il Pascale, scrive Tafuri, erge barriera nell’orgoglio antico, Paolo Ascierto, nel pudore di scena, dona speranza di respiro. Gocce di rugiada, sorgente nuova, balsamo di vita.
“Grazie maestro Tafuri – dice il direttore generare dell’Istituto dei tumori di Napoli, Attilio Bianchi – la sua sensibilità ci spinge ad andare sempre avanti, sempre più lontano, a volare sempre più in alto, come l’Aquila del Vesuvio”.