Università, in vista revisione numero di studenti a Medicina
13 Marzo 2023La ministra dell’Università Anna Maria Bernini apre ad una revisione del numero di studenti che i corsi di Medicina possono ospitare: fino a un 20-30% in più di matricole da portare alla laurea in 6 anni, con la speranza che i laureati siano tanti quanti gli specializzandi che servono al servizio sanitario e nessuno resti fuori. Replicano i giovani medici di SIGM: bene il lavoro della commissione ministeriale che ha portato all’allargamento, ma i posti vanno calibrati sui fabbisogni per singola specialità sommati tra loro, e le associazioni di giovani medici vanno ascoltate. Nei giorni scorsi la Ministra ha difeso il numero programmato, «pensato non per limitare il numero di immatricolazioni né per ridurre un numero di laureati sproporzionato rispetto alla capacità di assorbimento del mercato del lavoro, ma per mantenere nei percorsi di formazione degli atenei uno standard qualitativo adeguato e costante, specie per quei profili professionali per i quali si richiede una integrazione tra didattica frontale ed esperienze di tirocinio». Bernini aggiunge però che il livello di programmazione dei posti «non può essere unicamente commisurato alle capacità formative del sistema, che vanno finanziate e rafforzate». La sfida, cui è stato chiamato a rispondere un pool di docenti guidato dall’ex Rettore della Sapienza Eugenio Gaudio, è «individuare un livello sostenibile di accessi, che assicuri maggiori ingressi legati al fabbisogno reale, senza trascurare la qualità della formazione». Di qui l’obiettivo di aumentare gli accessi.
Bernini ricorda che a partire dall’anno accademico 2022-23 si è passati dal concorsone in presenza per tutti ad una nuova modalità di test (Tolc, cioè Test OnLine CISIA), ripetibile più volte e accessibile già agli studenti iscritti al penultimo anno delle scuole di secondo grado: «Una novità he ha già avuto ottimi risultati ad ingegneria ma da sola non poteva risultare soddisfacente. Il tema resta quello di adeguare i numeri di accesso a Medicina al fabbisogno reale di medici e di specialisti aumentando l’offerta potenziale del sistema universitario, con l’aumento già dal 2023-24 dei numeri nell’ordine del 20-30% del totale, e preservando il livello qualitativo della formazione, che richiede la valorizzazione dello svolgimento di internati nei reparti e più chance di tirocinio, anche in convenzione con le aziende ospedaliere, per aprire le università ai territori e modulare il fabbisogno del personale sanitario alle esigenze delle realtà territoriali».
Il Segretariato Giovani Medici SIGM replica ricordando come chieda da anni una programmazione sanitaria che tenga conto dei fabbisogni reali del Paese. «Alla luce delle dichiarazioni della Ministra Bernini -dice la Segretaria Nazionale SIGM Annalisa Napoli -auspichiamo che l’adeguamento del numero di posti per l’accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia sia condotto sulla base della domanda di medici specialisti nelle diverse branche, valorizzando quelle ad oggi gravate dalle maggiori carenze ma anche dal più alto tasso di abbandoni. Riteniamo opportuno, come rappresentanti istituzionali dei giovani medici, prendere le distanze dalle posizioni che propongono di abolire il numero programmato quale panacea per colmare le lacune che gravano sul SSN». Per Napoli, il percorso formativo va «programmato e strutturato per rispondere al reale fabbisogno quali-quantitativo di professionisti della salute che occorrono al nostro Paese. Ben venga una revisione delle modalità di selezione volta a rendere quanto più meritocratico e fruibile l’accesso al percorso universitario, ma, nel contempo, è necessario che Istituzioni, associazioni di categoria e stampa informino correttamente sul tema, evitando di alimentare proposte vacue e fuori contesto». In particolare, una corretta progettualità non andrebbe basata sul mero dato pensionistico, la differenza tra chi entra e chi esce dal mondo del lavoro, bensì «sull’evoluzione dello scenario epidemiologico alla quale il nostro sistema salute è andato incontro, dando centralità, già nella formazione pre-lauream, alla cronicità e all’assistenza territoriale, accompagnando alla logica di programmazione un’adeguata attenzione alla qualità dei percorsi formativi, alla stabilizzazione e alla tutela del personale, e limitando la fuga in atto dal SSN. Plaudiamo all’istituzione della commissione ministeriale che definirà il programma di accesso a Medicina sulla base dei dati relativi ai reali fabbisogni del SSN, ma riteniamo altresì fondamentale il confronto proficuo e diretto con le associazioni di rappresentanza dei giovani medici quali principali attori in campo. Chiediamo dunque a Bernini un tavolo con il MUR ed il coinvolgimento nei lavori della commissione.Serve una visione globale e la seria volontà di investire sulle risorse umane e sulla loro formazione quale atto di responsabilità per garantire la tutela della salute della popolazione».