Urologi: non sminuite i problemi legati all’incontinenza
14 Febbraio 2020In Italia soffrono della fastidiosa patologia urologica ben 7 milioni di persone, rispetto alle quali non sempre il servizio pubblico assicura un’assistenza adeguata.
“Nell’ultimo anno la situazione in Italia, per chi ha problemi legati all’incontinenza, si è aggravata esponenzialmente. La parabola discendente dei servizi sanitari erogati in quest’area viene avvertita e segnalata sia dai pazienti che dai caregiver in tutta Italia. Tutti lamentano una quasi totale assenza di informazioni necessarie per orientarsi nella realtà dei servizi sanitari nelle regioni italiane che risultano, quando erogati, estremamente frammentati ed eterogenei”.
È questo l’allarme lanciato dall’Aiug (Associazione italiana di urologia ginecologica), da Senior italia federanziani e dalla Federazione delle associazioni incontinenti e stomizzati (Fais) in una missiva indirizzata al ministro della salute Roberto Speranza, al vice ministro della salute Pierpaolo Sileri, al presidente della commissione affari sociali della camera, Marialucia Lorefice, ai vice presidenti della commissione igiene e sanità del senato, Maria Cristina Cantù e Stefano Collina e al direttore generale dei dispositivi medici del Ministero della salute, Marcella Marletta.
“In Italia governare meglio l’incontinenza significa migliorare la vita a più di sette milioni di persone – si legge nella lettera – non è quindi un piccolo problema della terza età ma una vera e propria patologia che va affrontata con grande attenzione. Molte delle criticità di sistemadell’area incontinenza sono legate ad aspetti organizzativi e di comunicazione che potrebbero essere risolti con un impegno minimo di risorse.
È necessario che ogni regione, in base alla propria possibilità erogativa, si doti di una rete di centri dedicati alle incontinenze, delineando uno specifico percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) regionale. Le caratteristiche dei centri, così come i contenuti fondamentali dei Pdta, dovranno essere concordati e trasmessi alle varie regioni da un organismo centrale per evitare che aspetti critici vengano trascurati, vanificandone l’effetto o creando discrepanze significative tra i servizi offerti nelle varie regioni. Bisogna creare una sorta di Lea dell’incontinenza”. “Per generare soluzioni costruttive a queste problematiche – prosegue il documento – e poterle proporre a chi deve gestire il sistema salute in Italia, bisogna costruire un patto di areatra tutti gli attori di sistema, con l’indirizzo di promuovere le eccellenze ed incentivare l’innovazione sostenibile”.