Vaccini, il punto debole dei grandi hub

Vaccini, il punto debole dei grandi hub

19 Aprile 2021 0 Di La Redazione

Medici di famiglia: “Nei nostri studi nessun rifiuto, ora però dateci più dosi”.

 

«I grandi hub vaccinali non tengono in debita considerazione lo stato di salute dei pazienti anziani o con cronicità al momento della chiamata, ecco perché la vera svolta sta arrivando grazie alla medicina generale». A mettere in luce uno quello che si sta dimostrando come uno dei punti deboli della campagna vaccinale di massa è Luigi Sparano, segretario provinciale di FIMMG Napoli. Ormai da settimane la medicina generale si sta muovendo sul territorio per somministrare le dosi, ancora del tutto insufficienti, e il dato che emerge è chiarissimo. «Quando la vaccinazione viene proposta ai cittadini dai medici di famiglia – prosegue Sparano – i rifiuti di questo o quel vaccino sono pochissimi. Anche il timore su Astra Zeneca diventa insignificante, basti pensare che delle nostre somministrazioni il 90 per cento circa dei pazienti eleggibili ad Astra ha accettato la vaccinazione senza obiezioni. Questo avviene – spiega Sparano – perché per un medico di famiglia è molto più semplice procedere ad una giusta valutazione dei pazienti che segue nel corso di una vita. E, per contro, i cittadini hanno già una fiducia consolidata nella persona che sta per vaccinarli». Dello stesso avviso anche *Corrado Calamaro* (FIMMG Napoli), per il quale «la vaccinazione negli studi dei medici di famiglia cancella ogni tipo timore, e non crea il problema dei “furbetti” o presunti tali». Da FIMMG arriva dunque l’appello a ricevere un quantitativo sempre maggiore di dosi, per consentire alla medicina generale di svolgere in pieno quel ruolo che da sempre gli è proprio di pilastro del sistema sanitario pubblico. Basti pensare che nella sola città di Napoli hanno aderito al momento alla somministrazione negli studi circa 200 medici, ma solo 150 di questi hanno già ricevuto le dosi. Nonostante questo i medici di medicina generale sono riusciti a somministrare più di 27.000 dosi. Facile comprendere quale apporto possa arrivare dalla medicina di famiglia nel momento in cui dovesse arrivare un numero congruo di vaccini.