Vaccini, no alla somministrazione fuori dall’area medico-infermieristica

Vaccini, no alla somministrazione fuori dall’area medico-infermieristica

20 Aprile 2021 0 Di La Redazione

De Palma: “Ora anche i biologi per somministrare i vaccini anti-Covid. Siamo preoccupati. La Federazione intervenga”.

 

C’è un nuovo caso, quello esploso nelle ultime ore con la “rivolta”, più che giustificata, di alcuni Ordini Professionali, che tirano in ballo l’intervento della FNOPI: mentre gli infermieri dipendenti da tempo si sono resi disponibili alla vaccinazione dei cittadini, e ora c’è anche una normativa che sospende temporaneamente il vincolo di esclusività, la conosciamo tutti, il Ministro della Salute Speranza, dopo un incontro con il nuovo Presidente delle Regioni Fedriga, parrebbe che per vaccinare stia pensando di coinvolgere, con un protocollo d’intesa e previo corso FAD, le professioni che afferiscono alla Federazioni degli Ordini delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione.

Tutto questo merita commenti? Aspettiamo di sapere come la FNOPI intende intervenire su questa materia delicata ed urgente, a tutela della professione e della qualità delle cure verso la collettività, e per bloccare sul nascere tali pericolosi intenti».

Questo dice Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Intanto i dati aggiornati al 16 aprile, del Consiglio dei Ministri, dicono che su un totale di 1.895.088 operatori sanitari, ovvero anche OSS, oltre che medici e infermieri, il 92,68% aveva ricevuto la prima dose ed è in attesa imminente della seconda, mentre il 75,65% aveva ricevuto già la seconda fiala. Ci sembra un dato illuminante. Ben 1.756.235 persone interessate hanno già ricevuto la prima dose di farmaco, mentre oltre 1 milione e 400mila operatori si sono visti già inoculare la seconda. Nella percentuale di chi non si è ancora vaccinato, il 7,32%, dovrebbero quindi rientrare, sino a prova contraria, anche i sanitari che si sono infettati con il Covid 19 e che sono in attesa che maturi il periodo finestra (che va da tre a sei mesi), e poi quelli che sono esonerati dall’obbligo vaccinale per motivi di salute, come prevede la legge, e quelli che si sono già prenotati, e che sono in attesa di ricevere la prima dose.

Perché, ci chiediamo ancora, tra cronica carenza di personale e ritardi nell’approvvigionamento delle dosi, in Italia si continua a parlare così insistentemente di no vax? E mentre accade tutto questo, in Regioni come la Puglia, uno dei territori al momento in maggiore sofferenza per il riesplodere dei contagi, spunta un nuovo bando, della Protezione Civile, per reperire infermieri e medici “a titolo volontario”. Solo pochi giorni fa la stessa cosa avveniva in Sardegna.

E così che si affrontano le vere emergenze? Evitando di pagare i professionisti?».

Perché non parlano, finalmente, di Regioni come Lazio, Lombardia, Abruzzo, Sardegna, Campania, Molise, Umbria. Valle d’Aosta dove risulta che tutti gli operatori interessati hanno ricevuto la prima dose di vaccino? E perché, ci chiediamo noi, queste differenze abissali tra regioni? Cosa c’è che davvero non funziona? Ebbene nella stessa Puglia, “la propaganda” di Governo e Regione, mentre da una parte ci tiene ad evidenziare con il lanternino quale sia il numero operatori sanitari non ancora vaccinati, dall’altra ignora palesemente questioni che ci sembrano ora come ora più urgenti.

Chi vuole distogliere l’attenzione dai problemi organizzativi? Perché alcune Regioni a fronte dell’emergenza contagi ancora in corso, invece di organizzare un esercito di professionisti pagati come si deve per fare il proprio lavoro, cercano volontari per vaccinare? Dopo l’Emilia Romagna, dopo la Sardegna, anche la Puglia indice un bando per la ricerca di infermieri vaccinatori a titolo gratuito.

Insomma, chiosa De Palma, questo è il tempo di richiamare l’attenzione dei cittadini su come stanno veramente le cose. Non ci sono streghe da inseguire e operatori sanitari cattivi da condannare al rogo: c’è solo una battaglia da vincere, il prima possibile».