Vaccino anti-Covid, percentuale di protezione calata dall’89% al 75%
14 Novembre 2021«L’efficacia vaccinale nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica di Covid-19 nelle persone completamente vaccinate è diminuita, passando dall’89%» registrato «durante la fase epidemica con variante Alfa prevalente», al «75% durante la fase epidemica con variante Delta prevalente». È quanto emerge dal Report integrale del monitoraggio settimanale dell’andamento dell’epidemia da Covid-19 dell’Istituto superiore di Sanità (Iss).
Il periodo con circolazione prevalente della variante Delta (B.1.617.2) preso in esame nel report va dal 5 luglio al 31 ottobre per le diagnosi, 24 ottobre per ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva, e il 10 ottobre per i decessi. Gli esperti dell’Iss precisano che anche con Delta «rimane comunque elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire l’ospedalizzazione e il decesso, in entrambi i casi al 91%, e il ricovero in terapia intensiva (95%)». «L’efficacia stimata – precisa l’Iss – misura la riduzione proporzionale del rischio di osservare un certo evento tra le persone vaccinate con ciclo completo, ovvero la riduzione percentuale del rischio di osservare un certo evento tra le persone vaccinate con ciclo completo rispetto alle persone non vaccinate». Nonostante lo zoccolo duro degli scettici, le inoculazioni procedono comunque, con la terza dose che traina la campagna vaccinale: sono 2.128.928 quelle finora somministrate, pari al 35,40% della platea. La posizione del coordinatore del Cts, Franco Locatelli sull’ipotesi di introdurre il lockdown per i non immunizzati, sulla scia del provvedimento annunciato in Austria dalle prossime ore, è chiara: «È una misura che non si può prendere in considerazione, sia in termini concreti operativi sia per quanto riguarda la compatibilità con i diritti costituzionali – dice – quindi non credo sia una soluzione proponibile nel nostro Paese». La somministrazione delle terze dosi già viaggia al ritmo di 100mila iniezioni al giorno e con questa media si spera nel traguardo dei 7 milioni di italiani con booster entro il 2021, in vista di ulteriori inoculazioni alle prossime fasce di età under 60. Nelle prossime settimane in fila dai pediatri ci potranno essere anche i bambini tra i 5 e gli 11 anni: una strategia che – spiega Locatelli, punta a «tutelare la loro socialità, i loro percorsi educativi-formativi», perché bisogna fare «di tutto per mantenere le scuole aperte».
I dati sulle fasce di rischio delle varie Regioni in tutto il Paese non preoccupano e tutta l’Italia centra l’obiettivo zona bianca probabilmente almeno fino a metà novembre: è del 4% l’occupazione delle terapie intensive a livello nazionale e del 6% (con un aumento dell’1%) quella in area medica non critica negli ospedali per i casi Covid in Italia, sotto alle soglie fissate dagli indicatori rispettivamente del 10% e del 15%. Due le regioni che hanno raggiunto la soglia per le intensive, le Marche con l’11% in crescita (era all’8% il primo novembre scorso) e il Friuli Venezia Giulia al 10%. Nelle due regioni i ricoveri in area medica non critica sono per fortuna sotto la soglia di diversi punti percentuali: le Marche sono al 6% e il Friuli Venezia Giulia al 9% (+1% sul giorno precedente). I dati di occupazione più alti in area medica si registrano in Calabria con il 12% (+1%), nella provincia di Bolzano con l’11% ma in discesa di un punto percentuale, e in Valle d’Aosta che ha registrato un balzo in avanti del 7% portandosi sull’11%.
A non vedere un pericolo di nuove chiusure o di cambi di colore imminenti per le regioni è anche il direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma, Massimo Ciccozzi. All’Ansa fa sapere: «In Italia non vedo una grande ondata ma ‘ondine’ che vanno e vengono. Non è la prima e non sarà l’ultima ma con grandissima differenza rispetto all’autunno 2020. Oggi abbiamo una curva lineare, lo scorso anno era esponenziale. Ora il virus va tenuto sotto controllo, l’unico modo è il vaccino, e quando riusciremo a renderlo endemico abbiamo finito. Ci vaccineremo ogni anno, come per l’influenza. E per il futuro non sappiamo se avrà la capacità di andarsene completamente». In questa fase Ciccozzi è sicuro che la terza dose, da qui al prossimo anno vada fatta. «Giusto che il Governo l’abbia prevista per i fragili, gli over 80 e poi gli over 60. Ora dobbiamo allargare le fasce di età a cui somministrare il richiamo, che completa il ciclo», dice in vista delle novità che dovrebbero arrivare, come annunciato dal ministro della Salute Speranza. «E ce lo dicono i dati che vengono da Israele dove hanno visto che la dose booster spara gli anticorpi in alto». E sulle pillole antivirali in arrivo: «È curativa, non è preventiva. Dobbiamo vaccinarci prima di tutto per non contrarre la malattia».
Fonte:DoctorNews33