Valentina di Prima: “Non aspettare che siano gli altri a credere in Te, devi crederci tu”
18 Ottobre 2023La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
La fase pandemica per fortuna sembra essere alle nostre spalle ma confesso che è stata dura! Non si poteva neanche uscire per fare una passeggiata e questo inizialmente ha depresso molte persone che erano costrette a stare chiuse in casa.
Nel mio piccolo e con l’aiuto di mio marito, in fase pandemica, siamo riusciti a ricreare in casa una sorta di spazietto dedicato ai pesi: per noi era un modo per tenerci un po’ in forma pur non potendo uscire fuori.
Anni dopo la pandemia siamo riusciti a ristrutturare una parte di casa che avevo disponibile, al di sotto della mia abitazione che si è trasformata in vera e propria palestra: dopo il patentino da personal trainer ho iniziato ad allenare i miei allievi che vengono numerosi tutto l’anno e fanno palestra in un’atmosfera familiare dove ci si diverte a suon di musica, pesi e pesetti e circuiti workout! Da una situazione buia come quella pandemica ha quindi preso il via un progetto che ora per me si è concretizzato in un nuovo sbocco lavorativo e stimolante!
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Durante la pandemia non si poteva giocare a beach volley, mi ricordo che avevano bloccato tutte le competizioni e gli allenamenti, io in quel periodo ero in gravidanza e sarei comunque dovuta rimanere fuori dal giro ma sapere che le mie compagne non potevano giocare o competere ai tornei di beach volley mi è dispiaciuto perché so quanto sia grande la nostra passione. Però la sicurezza e la salute vengono al primo posto e penso che sia stato giusto cosi per tutelare la collettività dai contagi del covid.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Mi sono avvicinata all’attività agonistica gradualmente nonostante io abbia scoperto la mia passione solo in età adulta: non è mai troppo tardi per inseguire i propri sogni! Io ho iniziato all’età di 25 anni a giocare a Beach volley e ad oggi sono dieci anni di un percorso che mi ha vista partire dalle basi fino a raggiungere i livelli più alti nel mondo regionale del beach volley.
Non è stato amore a prima vista perché da appassionata di pallavolo quale ero da piccola, è stato difficile inizialmente capire il differire di regole e modi di giocare cosi simili anche diversi allo stesso tempo.
Sono partita dal base per poi passare all’intermedio fino all’avanzato: sono sempre stata molto competitiva e ambiziosa e grazie all’impegno costante ho gareggiato a livello regionale, nazionale ed europeo.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà è importantissima ma non è sufficiente: è necessaria una forte disciplina mentale che ti permette di rispettare al massimo gli impegni e gli allenamenti. Anche l’appoggio della famiglia è fondamentale.
Io sono una sopravvissuta a una brutta forma di leucemia/linfoma che mi ha colpito all’età di 23 anni e da quando sono guarita ho desiderato vivere a pieno la vita più che mai e rimettermi in forma per ritornare a fare sport e direi che ci sono riuscita alla grande perché a distanza di anni ho salito i gradini più alti del podio nel mondo del beach volley. Spero che le mie parole possano essere di conforto a molti per capire che la speranza non deve mai mancare.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Il consiglio che mi sento di dare ai ragazzi che si avvicinano al mondo del beach volley e allo sport in generale è questo: “Non aspettare che siano gli altri a credere in Te, devi crederci tu stesso per primo e non smettere mai di farlo! Il talento poi non basta, devi anche applicarti al massimo e non smettere mai di imparare, tutto il resto verrà da sé.
Io non ho avuto la fortuna di avere dirigenti o allenatori che abbiano mai creduto in me ma nonostante ciò non ho mai perso quella scintilla interiore che mi ha dato quella forza per andare avanti e crescere nel mio piccolo, perché dentro di me, io sapevo quanto valevo e so dove posso arrivare, poi ovviamente bisogna lavorare sodo e dimostrarlo, vedrete che poi saranno gli altri che si ricrederanno! Da qui il nome della mia palestra: Vale Di +.