Valentino Esposito, palestre e piscine “vittime” eccellenti del Covid

Valentino Esposito, palestre e piscine “vittime” eccellenti del Covid

5 Gennaio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

 

Molti studi scientifici confermano i benefici dello sport aerobico ed anaerobico sulla salute: migliorano la tolleranza al glucosio, riducono il rischio del diabete di tipo 2, prevengono l’ipercolesterolemia e l’ipertensione arteriosa.

Le misure per lo sport, contenute nel DPCM del 17 maggio 2020, sembravano aver disciplinato, definitivamente, lo svolgimento delle attività sportive ma, con l’aumento dei contagi, sebbene non siano stati accertati nessi con la riapertura delle palestre e delle piscine, lo Stato e le Regioni hanno deciso di chiudere.

I gestori di palestre e piscine, che avevano messo in atto tutti i necessari presidi per evitare il contagio, non hanno compreso a fondo questa drastica decisione.

Di questo parliamo con un atleta di prestigio del Calisthenics: Valentino Esposito, classe ‘94, Dottore in Filosofia, iniziato al mondo dello sport fin da piccolo con il karate, di cui conseguì la cintura nera. In seguito, dopo una breve esperienza nell’Esercito, ebbe la fortuna di cominciare a lavorare in una palestra del suo paese: Casal di Principe. Lì fu il primo ad investire sul Calisthenics: un nuovo metodo di allenamento, prevalentemente a corpo libero che si stava diffondendo in tutto il mondo. Negli anni è divenuto uno dei principali poli di riferimento della disciplina in Campania, organizzando raduni, gare ed eventi con i più grandi esponenti della disciplina a livello nazionale. 

Come ha vissuto e vive Valentino Esposito la paura della pandemia ed il disagio causato dalle indispensabili restrizioni?

Cercando di assumere dei pensieri positivi e ottimisti e cercando di adottare delle abitudini sane.

La crisi che stiamo vivendo non è la prima che l’umanità è chiamata ad affrontare. La storia ci insegna che questi momenti, per quanto duri, sono destinati a passare. L’umanità, nel passato, di fronte ad ardue sfide esistenziali si è al massimo piegata, ma mai spezzata, ed è risorta sempre più forte dalle ceneri della battaglia. Quindi supererà da vincente anche questa nuova sfida, nonostante l’elevato costo sociale che ora stiamo pagando. Noi, tutti insieme, siamo più forti di un semplice virus!

Consapevole di questo, cerco di vivere questo periodo di restrizioni preparandomi al meglio per quando ci saranno tempi migliori. Infatti approfitto del maggiore tempo libero che ora ho a disposizione studiando e allenandomi maggiormente. Questo sarà poi fondamentale per fornire, alla riapertura delle palestre, un servizio di ulteriore qualità a tutti i miei allievi, che comunque cerco ancora di motivare attraverso i miei profili social, fornendogli continuamente contenuti gratuiti per allenarsi e per approfondire i concetti teorici che stanno dietro il vasto e variegato mondo dello sport.

Secondo Lei, perché mai le Regioni hanno deciso di chiudere palestre e piscine, sebbene i gestori delle stesse avessero provveduto ad adeguarsi, pedissequamente, alle misure del DPCM del 17 Maggio 2020?

Io credo che palestre e piscine abbiamo pagato per un’emergenza sanitaria generale non direttamente e prevalentemente collegata a loro. Il boom di contagi che precedeva la chiusura delle palestre e delle piscine non è stato sicuramente causato da queste, e quindi da questo punto di vista forse non era giusto disporne la chiusura, viste anche le misure precauzionali precedentemente prese dalla maggioranza dei gestori.

Tuttavia, da un altro punto di vista, visto che ormai l’epidemia sembrava raggiungere dei numeri insostenibili per il sistema sanitario nazionale, poteva essere in parte comprensibile la scelta delle autorità di disporne la chiusura insieme ad altri settori nevralgici. Questa scelta, per quanto dolorosa, è innegabile che avrebbe limitato una piccola parte dei contagi. Così, con la nostra chiusura, rinunciando al nostro lavoro, abbiamo almeno come triste consolazione quella di aver dato un piccolo aiuto in questa lotta, soprattutto a chi è in prima linea, cioè medici e infermieri, a dover subire un minor sovraffollamento negli ospedali, i loro tristi e quotidiani teatri di guerra.

Secondo Lei è affidabile, attendibile l’ipotesi del Ministro delle Politiche Giovanili e dello Sport Vincenzo Spadafora che tali misure draconiane salvano dalla terza ondata e, pertanto, sono efficaci?

Le palestre e le piscine sono solo un piccolo pezzo di un puzzle molto grande. La loro chiusura, quindi, non evita una terza ondata se tutte le altre misure adottate dal governo risulteranno sbagliate o inefficaci.

Ovviamente in tal caso non potrà essere data alcuna colpa e responsabilità a palestre e piscine, vista la loro chiusura da vari mesi. Tuttavia, ingiustamente, nonostante ciò, il danno economico più alto di questa eventuale terza ondata ricadrà su di esse, visto che a quel punto probabilmente si deciderà per un ulteriore rinvio della loro riapertura. 

La situazione economica del settore è drammatica, preoccupante oltre ogni previsione infausta. Se slittasse la riapertura, in base ai dati epidemiologici cosa pensa Lei di questi luoghi oramai stigmatizzati, quali superdiffusori del virus?

Io sono fiducioso e ottimista. Credo che gran parte del settore, anche in caso di slittamento della riapertura, sappia reggere l’urto. Inoltre non credo che i passati messaggi negativi sulle palestre e sulle piscine possano influenzare più di tanto le persone.

Il mondo dello sport e del fitness è una delle eccellenze italiane. Io, i miei colleghi e i gestori delle palestre e delle piscine lavoriamo con infinita passione e competenza. Facciamo quello che facciamo soprattutto perché amiamo farlo e perché sappiamo di fare qualcosa di importante. E questo la gente lo sa. Noi non vendiamo una cosa qualunque, noi vendiamo salute. Diamo la possibilità alle persone di allenarsi e gli insegniamo a farlo. Allenarsi significa mantenere una mente e un corpo sano e forte, significa prevenire l’insorgenza di un numero gigantesco di malattie e disturbi, migliorare la qualità della vita…

Noi, dunque, rappresentiamo una parte indispensabile della società che non può morire. Anche se oggi siamo costretti a restare momentaneamente in panchina, siamo comunque pronti, appena possibile, a ritornare in campo più forti e più motivati di prima, per giocare la nostra partita e per vincerla, come sempre!