Valerio Cuomo: “La scherma mi ha dato delle esperienze che mi hanno aiutato a crescere”
12 Giugno 2022Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un professionista della scherma: Valerio Cuomo.
- 1 bronzo alle Universiadi;
- 2 volte campione del Mondo;
- 2 argenti e 1 bronzo Mondiale;
- 3 volte campione d’Europa;
- 3 argenti e 2 bronzi Europei;
- 7 volte campione Italiano;
- 2 argenti e 2 bronzi Italiani;
- Vincitore del circuito di coppa del Mondo under 20;
- Oro in coppa del Mondo assoluti.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Il Covid nello sport ha inciso tanto, dal rinvio di un Olimpiade, all’annullamento di altri appuntamenti importanti come Europei, Mondiali e Universiadi. Un atleta ha bisogno di un calendario stagionale; non si possono pretendere le stesse prestazioni in ogni momento della stagione o della vita… e tutta la situazione pandemica, negli ultimi 3 anni, ha distrutto questo tipo di calendarizzazione di cui uno sportivo ha bisogno. Personalmente, avendo oggi 24 anni, ho dovuto saltare una stagione intera e altre rilevanti manifestazioni sportive per via del Covid, ma ancor peggio, ho dovuto radicalmente modificare il mio allenamento, per adattarmi ad ogni circostanza imposta dal decreto in vigore…
A dire la verità all’inizio ero anche io spaventato, ma dopo un po’, non sono riuscito a fare a meno di diventare un po’ ostico nei confronti dell’argomento.
Contagi, vaccini e tamponi sono cose che sono stanco di vivere, e per di più sono davvero stufo di questo “terrore” globale, che sembra essere ricercato piuttosto che sconfitto. Ogni gara o ritiro che io prepari, di qualunque genere, dipende dal tampone negativo in partenza e all’arrivo. Non ha importanza quanto si abbia lavorato per un obiettivo, la cosa più importante è diventata risultare negativi al famoso covid-test. È frustrante, e a livello atletico/sportivo assolutamente controproducente.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Si è vero, gli sport minori sono stati i più penalizzati. Si pensi al fatto che io per allenarmi ho bisogno di avversari, e non tutti i miei avversari sono agonisti di alto livello. A lungo, secondo decreto legge in vigore, potevano uscire per allenarsi solo ed esclusivamente i praticanti agonisti. Insomma in poche parole mi veniva data la possibilità di allenarmi, ma praticamente da solo. Di peggio, l’impatto che ha uno sport già così costoso come la scherma, ma poi senza una calendarizzazione sicura sulle gare, nei confronti degli amatori, è stato chiaramente devastante.
Una cosa è essere professionisti, e doversi quindi adattare alle circostanze, e un’altra cosa è fare “scherma” per passione, e non riuscire ad allenarsi o prenotare una partenza per una gara che forse si disputa o forse no, ammesso di risultare negativo ai test. Ho avuto giusto la fortuna, che la scherma sia stata classificata al tempo, fra gli sport “non di contatto”, permettendomi di ricominciare l’attività un po’ prima degli sport invece considerati “di contatto”.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Ho cominciato scherma proprio non per caso, è stato papà a portarmi in palestra le prime volte.. e lì ho cominciato a giocare e un po’ a divertirmi.
Per anni ho preferito il calcio al posto della scherma, finché non ho cominciato il liceo. Allora diciamo che ho sentito di dover prendere una sola strada, e ho capito che per quanto mi possa piacere il calcio, non è uno sport che amo.
La scherma mi ha dato da subito delle esperienze che mi hanno aiutato a crescere molto, e ha cominciato a diventare un impegno serio per me verso i 16 anni.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Fondamentale. Se c’è qualcosa di positivo che ha insegnato il Covid allo sport, è che la forza di volontà è elemento necessario per raggiungere qualsiasi obiettivo.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Suggerirei di credere nel proprio percorso di crescita sportiva a prescindere da qualsiasi fattore esterno.