Valvuloplastica e Bpac, la “San Michele” fra le prime in Italia
3 Agosto 2019Performance eccezionalidella clinica di Maddaloni riportati nel Programma nazionale esiti 2018 redatto da Agenas: al primo posto per più bassa mortalità a 30 giorni gli esiti riguardantivalvuloplasticae bpac.
Abbiamo commentato gli ottimi risultati conseguiti dalla casa di cura, convenzionata con il sistema sanitario regionale, con i dottori Crescenzo Barletta e Marco Pepe. I dati provenienti dal PNE (Programma Nazionale Esiti) dell’Agenas, per conto del Ministero della Salute, hanno fatto rilevare risultati eccezionali da parte della Casa di Cura“San Michele” di Maddaloni. Ne parliamo con il dr. Crescenzo Barletta, presidente Consiglio d’Amministrazione della struttura ospedaliera di Alta Specialità, accreditata con il SSN:
«Sono molto soddisfattodell’ulteriore miglioramento dei risultati della “San Michele” pubblicati nel Pne 2018 perché conferma gli esiti soddisfacenti già avuti nelle precedenti edizioni dei dati Agenas (l’Agenzia per i servizi sanitari regionali che, su mandato del Ministero della Salute, fornisce le valutazioni di efficacia, equità, sicurezza e appropriatezza delle cure prodotte nell’ambito del servizio sanitario italiano) e l’appropriata valorizzazione della Casa di Cura di Maddaloni da parte del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che aveva inaugurato nel 2015 la Sala operatoria ibrida, la prima in Campania e nel Sud Italia, e apprezzato le continue innovazioni tecnologiche, professionali, assistenziali della nostra Clinica».
Parametro sicuramente di grande interesse deriva dalla mortalità a 30 giorni per Infarto Miocardico Acuto, attestatosi al 3,31% (dato grezzo) rispetto all’8,29% della media nazionale.
«Con 270 casi di infarto acuto del miocardio trattati, la “San Michele” ha registrato risultati straordinari, raggiungendo livelli di mortalità a 30 giorni più che dimezzati rispetto alla media nazionale, così da porla a livello delle migliori realtà nazionali ed europee; tutto ciò confermato anche dalla fiducia che il Governatore De Luca aveva riposto nella nostra struttura ospedaliera, inserendola all’interno del sistema dell’emergenza cardiologica campana e integrandolanella Rete regionale per l’Infarto Miocardico Acuto (Rete Ima).In ambito della Rete regionale dell’infarto miocardico, la San Michele presenta funzione di “Unità Coronarica HUB di 1° livello”, ovvero centro di eccellenza (conconcentrazione di professionalità e tecnologie di elevatissimo livello), cui fanno riferimento il “Servizio 118” e gli ospedali del territorio per l’invio di ammalati, al fine di garantire l’accesso a prestazioni di qualità».
Dottor Marco Pepe, responsabile dell’Unità Coronarica della “San Michele”, chi più di lei può spiegare l’importanza di offrire al cittadino, quando colpito da Ima, la migliore opportunità di cura, per il miglior risultato in termini di sopravvivenza e di restituzione ad una vita normale?
«Le migliori cure vengono assicurate mediante la qualità del trattamento e mediante la velocità di accesso alle stesse, elemento fondamentale, quest’ultimo, per salvare la vita al paziente. A tal fine, la migliore prerogativa di una Rete per l’Emergenza Sanitaria è quella di garantire una grande capacità di coordinazione per trasportare il malato al Presidio Sanitario più vicino e che possa assicurare il trattamento più specifico».
Ci faccia un esempio.
«Troppe volte, durante il breve periodo di sospensione dalla Rete dell’Emergenza, pur avendo pronta almeno una delle nostre 3 sale di emodinamica ad altissima tecnologia, abbiamo constatato che pazienti soccorsi dal Servizio 118 a pochi metri dal nostro Primo Soccorso sono stati trasportati a decine di chilometri di distanza e per alcuni di essi, purtroppo, si è verificato l’exitus. Per contro, a rafforzare il concetto del fattore tempo per il buon funzionamento della Rete dell’Emergenza oltre che come prerogativa di qualità dell’organizzazione, abbiamo documentato pazienti che, colpiti da Infarto Miocardico Stemi e trasportati nel nostro Pronto Soccorso, nel giro di pochi minuti, avendo noi attivato il cosiddetto percorso Fast-Track per la rivascolarizzazione coronarica percutanea (come raccomandato dalle linee guida europee e americane), hanno ottenuto la completa restituzione ad integrità funzionale cardiovascolare».
Eccellente e in perfetta media nazionale è anche il risultato, riportato dal Pne 2018,delle angioplastiche coronariche (Ptca).
«Infatti, alla Casa di Cura di Maddaloni sono il 46,27%, contro il 46,86% nazionale (Adj) i trattamenti interventistici con angioplasticaeffettuati entro due giorni dall’accesso del paziente. Va rimarcato che i notevoli investimenti in tecnologia e nelle procedure mini-invasive hanno portato la Casa di Cura “San Michele” a livelli di performance sanitarie eccezionali: al primo posto come più bassa mortalità a 30 giorni e nettamente al di sotto della media nazionale risultano gli esiti riguardanti la Valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache (1,8% rispetto al 2,45) e il by-pass aortocoronarico isolato (0,77 contro 1,93 nazionale)».