Vangelo in Salute, la Parola che cura

Vangelo in Salute, la Parola che cura

22 Dicembre 2024 Off Di Fabio De Biase

“L’abbraccio che guarisce: la gioia si incontra nel servizio.”

La quarta domenica di Avvento ci conduce nel cuore di una scena intima e straordinaria: l’incontro tra Maria ed Elisabetta, raccontato in Luca 1,39-45. È un momento di gioia, ma anche di profondità spirituale, dove la Parola di Dio si manifesta non solo nei gesti e nelle parole, ma nella comunione di due donne che portano in sé il segno dell’azione divina.

Maria, appena ricevuto l’annuncio dell’angelo, non si chiude nel suo mistero. Al contrario, si mette in cammino “in fretta” verso la casa della cugina Elisabetta. Questo viaggio non è solo un gesto di solidarietà, ma un vero e proprio segno di fede: Maria porta con sé Cristo, il Verbo incarnato, e il suo primo atto è quello di donarsi.

Un incontro che trasforma
Quando Maria entra nella casa di Elisabetta, accade qualcosa di straordinario: il bambino nel grembo di Elisabetta esulta, e lo Spirito Santo la riempie di profezia e gratitudine. “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?” chiede Elisabetta, riconoscendo in Maria non solo la cugina, ma colei che porta in sé la speranza del mondo.

Questo incontro ci insegna che la vera salute spirituale nasce dalla capacità di riconoscere la presenza di Dio negli altri. Elisabetta vede oltre le apparenze e, con la luce dello Spirito, coglie il mistero che si compie in Maria. La sua esultanza non è solo personale, ma diventa testimonianza per il mondo: Dio è all’opera, e la sua promessa si realizza.

Il viaggio di Maria: un cammino di servizio
Il gesto di Maria è una lezione di amore concreto. Nonostante la straordinarietà della sua esperienza, non resta ferma a contemplare ciò che sta accadendo in lei. Si alza, affronta il viaggio e si mette al servizio di Elisabetta.

Quante volte, invece, noi rimaniamo bloccati nelle nostre preoccupazioni o ci ripieghiamo su noi stessi? Maria ci ricorda che la fede autentica si esprime nell’uscire da noi stessi per andare incontro all’altro. È un movimento che cura, perché ci libera dall’egoismo e ci permette di vivere la gioia della comunione.

La gioia di Dio, un dono da condividere
La scena del Vangelo è attraversata da una gioia contagiosa: il bambino di Elisabetta esulta, Maria canta il suo Magnificat, e le due donne si abbracciano in un clima di festa. È una gioia che non nasce da circostanze esteriori, ma dalla consapevolezza che Dio è presente, che la sua Parola si compie.

In un tempo in cui la società sembra spesso dominata dalla tristezza e dalla solitudine, questo Vangelo ci offre un messaggio rivoluzionario: la gioia autentica non si trova nelle cose, ma nell’incontro, nel dono, nella condivisione.

Una lezione per il nostro tempo
La Domenica di Tuttosanità, che ci invita a riflettere sulla guarigione integrale dell’uomo, trova in questo Vangelo un modello perfetto. Maria ed Elisabetta ci mostrano che la salute vera è una realtà che abbraccia corpo, anima e relazioni. È una salute che nasce dal riconoscere l’altro come un dono, dall’aprirci alla novità di Dio e dal lasciarci riempire della sua grazia.

Ma il Vangelo ci provoca anche: come viviamo i nostri incontri? Siamo capaci di vedere negli altri la presenza di Dio? O rimaniamo prigionieri di giudizi e superficialità? L’abbraccio tra Maria ed Elisabetta ci ricorda che ogni relazione autentica è un luogo di guarigione, perché ci permette di uscire da noi stessi e di scoprire la bellezza della comunione.

Il nostro viaggio verso il Natale
Maria, nel suo cammino verso la casa di Elisabetta, ci insegna come prepararci al Natale: con un cuore pronto al servizio, uno sguardo capace di riconoscere Dio negli altri e una gioia che si esprime nel dono. La sua fretta non è ansia, ma urgenza d’amore.

Oggi, mentre ci avviciniamo alla celebrazione della nascita di Cristo, siamo chiamati a imitarla. Non basta attendere passivamente: dobbiamo metterci in cammino, portare agli altri la presenza di Dio che vive in noi, e lasciare che i nostri incontri diventino momenti di grazia e di guarigione.

Maria ci invita a credere che la gioia del Vangelo è reale e che possiamo viverla già ora, ogni volta che scegliamo di amare e di servire. Perché ogni incontro autentico, come quello tra Maria ed Elisabetta, è un’anticipazione del Natale: Dio che si fa vicino e trasforma tutto in luce.