
Vangelo in Salute, la parola che cura
13 Aprile 2025Dalla croce nasce la vera terapia: guarire il cuore prima del corpo
Siamo ormai entrati nella grande settimana, quella che per i cristiani di ogni tempo è settimana santa, ma che oggi – provocatoriamente – potremmo chiamare anche settimana terapeutica. In questa Domenica delle Palme, il Vangelo secondo Luca (22,14 – 23,56) ci guida lungo un cammino che non è solo di dolore, ma di guarigione. Perché è vero: la Croce non è una sconfitta, ma un farmaco potente, la Parola fatta carne che risana l’uomo là dove più si è ammalato – nel cuore, nella relazione, nella speranza.
La liturgia ci porta con Gesù nell’ultima cena, poi nell’orto del Getsemani, quindi nella via del Calvario. Ogni tappa di questo percorso è una diagnosi ma anche un invito a cura. L’Eucaristia – “Questo è il mio corpo, che è dato per voi” – è il primo atto terapeutico: un nutrimento per chi ha fame di senso. Poi il tradimento, la solitudine, la violenza, l’ingiustizia… tutti i mali dell’uomo sono messi in scena, e tutti vengono assorbiti da quel corpo trafitto.
Ma è proprio mentre il corpo di Gesù viene umiliato e annientato che qualcosa cambia: il ladrone, un uomo condannato come lui, intravede la salvezza e dice: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Ecco la scintilla della guarigione spirituale. Non serve un certificato medico, né una cartella clinica: basta un cuore aperto.
Il Vangelo oggi ci interroga: crediamo ancora che la Parola possa curare? Che il perdono sia un antidoto più potente dell’odio? Che l’offerta di sé, fino alla fine, possa disintossicarci da un mondo pieno di egoismi e calcoli?
In un’epoca in cui parliamo tanto di salute pubblica, salute mentale, benessere, forse dovremmo riscoprire la salute dell’anima. Questa Domenica delle Palme – che ci introduce nel mistero della Passione – ci dice che la vera medicina parte dalla Croce, dal dono di sé, dalla Parola che non condanna, ma solleva.
È la Domenica di Tuttosanità. Quella che guarda al corpo ma non dimentica l’anima.
Quella in cui la liturgia ci ricorda che non c’è guarigione senza amore, e che la più grande terapia è quella che passa da un legno, una corona di spine, e una promessa: “Oggi sarai con me nel paradiso”.