Vangelo in salute, la Parola che cura

Vangelo in salute, la Parola che cura

15 Settembre 2024 Off Di Fabio De Biase

“Chi diciamo che sia Gesù? La nostra risposta potrebbe essere la diagnosi del nostro spirito.”

 

Nel Vangelo di questa domenica, Marco 8,27-35, Gesù pone una domanda che è al tempo stesso semplice e profonda: “Chi dice la gente che io sia?”. Una domanda che richiama l’attenzione non solo su ciò che gli altri pensano, ma soprattutto su ciò che ciascuno di noi crede e testimonia. La risposta di Pietro, “Tu sei il Cristo”, sembra quella giusta, ma Gesù, con la Sua risposta e il Suo successivo insegnamento, ci invita ad andare oltre una semplice affermazione verbale.

Questo brano evangelico ha un valore terapeutico per la nostra anima. Viviamo in un mondo dove la superficialità delle risposte è spesso la norma. Siamo circondati da diagnosi rapide, da soluzioni pronte per ogni problema. Ma Gesù ci invita a una cura più profonda, a una terapia che tocca le radici della nostra identità e della nostra fede. Egli ci sfida a guardare dentro di noi, a riconoscere le nostre paure, i nostri limiti, e a confrontarci con il vero significato della Sua missione.

Gesù predice la Sua passione e la Sua morte, un annuncio che sconvolge i piani di Pietro e dei discepoli. Essi, come molti di noi, preferirebbero un Messia trionfante, un guaritore che risolve i problemi senza dolore. Ma la vera guarigione, ci dice Gesù, passa attraverso la croce. È un cammino di rinuncia, di accettazione del dolore e della sofferenza come parte integrante della nostra redenzione.

La nostra società, affamata di benessere e salute, spesso dimentica che esiste una dimensione spirituale della cura. Cerchiamo farmaci per il corpo, ma ignoriamo le medicine dell’anima. Eppure, Gesù ci offre una via di guarigione che passa attraverso l’accoglienza della nostra fragilità, la consapevolezza della nostra finitezza, e la fiducia nella promessa di una vita che va oltre la morte.

Il vangelo di oggi ci pone davanti a una scelta: vogliamo seguire un Gesù che ci dà solo ciò che vogliamo, o siamo pronti a seguire il Cristo che ci conduce alla vera guarigione, quella che passa attraverso la croce? È una domanda che tocca il cuore della nostra fede e della nostra vita quotidiana. La risposta che diamo non è solo una dichiarazione teologica, ma una diagnosi della nostra salute spirituale.

Gesù ci invita a “perdere la propria vita per causa mia e del Vangelo”. In un mondo ossessionato dalla salute e dalla sicurezza, questa è una proposta rivoluzionaria. Ci invita a un ribaltamento dei valori, a un affidamento radicale alla volontà di Dio. È un invito a lasciare le false sicurezze, a fidarci del medico dell’anima, che sa come curarci davvero.

In questa domenica di Tuttosanità, il Vangelo ci ricorda che la vera salute non è solo assenza di malattia, ma pienezza di vita in Cristo. È una chiamata a riconoscere la potenza della Parola che cura, che ci trasforma e ci porta alla vera salvezza. La domanda resta: chi diciamo che sia Gesù? E come questa risposta influenza il modo in cui viviamo e ci prendiamo cura della nostra anima?