Vangelo in Salute, la Parola che cura: il fico infruttifero

Vangelo in Salute, la Parola che cura: il fico infruttifero

23 Marzo 2025 Off Di Fabio De Biase

 

“Dio non castiga, ma aspetta: e noi cosa stiamo aspettando?”

Il tempo sta finendo, ma c’è ancora speranza

Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima (Lc 13,1-9) ci porta di fronte a una domanda che ci tormenta da sempre: Dio punisce i peccatori? Se ci succede qualcosa di brutto, significa che abbiamo sbagliato?

Gesù parte da due fatti di cronaca: alcuni Galilei massacrati da Pilato e il crollo di una torre che ha ucciso diciotto persone. Due tragedie, due eventi che fanno sorgere la solita domanda: se la sono meritata?

Ma Gesù è netto: “No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo” (Lc 13,5). Non sono morti perché erano più peccatori degli altri, ma la loro fine è un segnale: nessuno ha il tempo garantito, la vita è fragile e va vissuta bene, subito.

Un Dio paziente, ma non un Dio debole

Gesù racconta poi una parabola: un padrone ha un fico che da tre anni non dà frutti. È inutile, quindi lo vuole tagliare. Ma il vignaiolo lo convince ad aspettare ancora un anno: lo curerà, lo concimerà, farà il possibile per salvarlo.

Chi è il padrone? Dio Padre.
Chi è il vignaiolo? Gesù, che intercede per noi.
Chi è il fico? Siamo noi.

Abbiamo ancora tempo, ma non per sempre. Dio è paziente, non punisce, non affretta la fine. Ma aspetta una risposta da noi. Se continuiamo a rimandare, se pensiamo che la conversione sia un problema di domani, ci illudiamo.

Il problema non è il peccato, ma l’indifferenza

Gesù non parla di peccati scandalosi, ma di un albero che non dà frutti. Il problema non è fare il male, ma non fare nulla di buono. Quante persone vivono così? Esistenze sterili, mediocri, senza slancio. Nessun crimine, nessun grande errore, solo una vita sprecata.

Ecco la provocazione del Vangelo: se Dio venisse a cercare i frutti nella nostra vita, cosa troverebbe?

Quaresima: tempo di concime e potatura

Questo è il tempo in cui Dio ci dà un’opportunità in più. Ma la domanda resta aperta: a cosa stiamo aspettando? Il Signore ci ha già dato un anno in più, forse due, forse dieci. Ma la nostra vita sta cambiando davvero?

Quaresima non è solo “fare fioretti”, ma lasciarsi lavorare da Dio. Come il vignaiolo, Egli zappa intorno a noi, ci nutre con la sua Parola, ci offre occasioni di grazia. Siamo disposti a lasciarlo fare?

Non possiamo vivere come se ci fosse sempre tempo. Il Vangelo oggi ci dice due cose: Dio non castiga, ma aspetta. E noi cosa stiamo aspettando?