Vangelo in salute, la Parola che cura: la purezza del cuore

Vangelo in salute, la Parola che cura: la purezza del cuore

31 Agosto 2024 Off Di Fabio De Biase

 

“Il Cuore del Vangelo: Oltre le Tradizioni Verso la Purezza del Cuore”

Nel Vangelo della XXII Domenica del Tempo Ordinario, che cade il 1° settembre, l’evangelista Marco ci presenta un incontro tra Gesù e i farisei che, ancora una volta, ci sfida a guardare al di là delle apparenze e delle tradizioni per cogliere l’essenza della nostra relazione con Dio. Il brano di Marco 7,1-8.14-15.21-23 è un richiamo potente a riflettere sulla purezza autentica, quella che sgorga dal cuore e non dalle osservanze esterne.

Il conflitto tra Gesù e i farisei

Il racconto inizia con un gruppo di farisei e scribi che osservano con occhio critico i discepoli di Gesù. Essi notano che i discepoli mangiano senza aver compiuto le abluzioni rituali, una pratica rigorosamente osservata dai giudei dell’epoca. Per i farisei, queste tradizioni erano essenziali per mantenere la purezza religiosa e culturale, segni visibili di appartenenza e devozione.

Ma Gesù risponde con parole taglienti che non solo difendono i suoi discepoli, ma mettono in discussione l’intero sistema religioso dei suoi interlocutori: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.

Con questa citazione del profeta Isaia, Gesù denuncia l’ipocrisia di una religiosità che si preoccupa più dell’apparenza che della sostanza. Egli sottolinea che ciò che conta davvero non è l’osservanza esteriore delle tradizioni, ma l’atteggiamento del cuore. Quello che sfugge ai farisei è la comprensione profonda della Legge di Dio, che non è un insieme di regole fredde e distaccate, ma una via per coltivare un rapporto vivo e autentico con il Signore.

La purezza che viene dal cuore

Gesù poi si rivolge alla folla e pronuncia una delle sue affermazioni più radicali: “Non c’è nulla fuori dell’uomo che entrando in lui possa renderlo impuro; ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”. Con queste parole, Egli ribalta completamente la visione comune della purezza e dell’impurità. Non sono i cibi o le abluzioni che determinano la nostra purezza davanti a Dio, ma ciò che alberga nei nostri cuori e che si manifesta nelle nostre azioni.

Nel prosieguo del brano, Gesù elenca una serie di atteggiamenti e peccati che scaturiscono dal cuore e che realmente macchiano la nostra vita: “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”. È una lista impressionante, che ci mette davanti alla realtà della condizione umana. Tutto ciò che è male non viene dall’esterno, ma è generato dal nostro cuore, se questo non è orientato verso Dio.

Una chiamata alla conversione interiore

Questo Vangelo ci invita a un esame di coscienza profondo. Siamo chiamati a domandarci se anche noi, a volte, cadiamo nella trappola di una religiosità formale, che si ferma ai riti e alle tradizioni, senza permettere al Vangelo di trasformare davvero il nostro cuore. Gesù non condanna le tradizioni in sé, ma il pericolo che esse diventino un alibi per non affrontare le questioni più profonde della vita spirituale.

Viviamo in una società che spesso giudica dalle apparenze, dove il valore di una persona può essere misurato più dal suo successo esteriore che dalla sua integrità morale. Questo Vangelo ci ricorda che, per Dio, ciò che conta non è l’immagine che proiettiamo, ma la sincerità del nostro cuore. Siamo invitati a guardare dentro di noi, a riconoscere le nostre fragilità, e a chiedere la grazia di un cuore puro, capace di amare e servire Dio in verità.

Una sfida per oggi

Alla luce di queste riflessioni, sorge spontanea una domanda: Come possiamo coltivare la purezza del cuore in un mondo che ci spinge continuamente a preoccuparci più delle apparenze che della sostanza? Questo brano evangelico ci chiama a una conversione interiore, a riorientare la nostra vita non secondo le regole esteriori, ma secondo la legge dell’amore che Dio ha scritto nei nostri cuori. Siamo pronti a raccogliere questa sfida e a lasciarci trasformare dall’incontro con Cristo?