Vangelo in salute, la Parola che cura: “Sulla Tua parola getterò le reti”
9 Febbraio 2025“Dio chiama oltre le nostre paure: abbiamo ancora il coraggio di fidarci?”
La barca vuota e il miracolo dell’affidamento
Il Vangelo di questa V Domenica del Tempo Ordinario (Luca 5,1-10) ci porta sulle rive del Lago di Gennèsaret. È l’alba di una pesca fallimentare, il momento in cui ogni sforzo umano sembra inutile. Simone e i suoi compagni hanno passato la notte in mare, ma le reti sono rimaste vuote. Sono pescatori esperti, conoscono il lago, le correnti, il vento. Eppure, quella notte non hanno preso nulla.
È in questo scenario di fatica e frustrazione che entra Gesù. Non porta reti, non è un pescatore, ma usa la barca per predicare. Una scena insolita: la fatica dell’uomo incontra la Parola di Dio. E da questa Parola nasce un invito inatteso: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca.”
Fidarsi di Dio oltre l’evidenza
A questo punto, la reazione di Simone è comprensibile: “Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla.” È il realismo dell’esperienza, del fallimento, delle logiche umane. Ma subito dopo aggiunge qualcosa di straordinario: “Sulla tua parola getterò le reti.”
Qui si gioca tutto: la fiducia che supera la logica, l’obbedienza che apre al miracolo. Quante volte anche noi siamo tentati di rispondere come Simone? Abbiamo provato tutto, abbiamo dato il massimo, abbiamo fallito. Ma la domanda è: abbiamo mai provato davvero a fidarci di Dio?
Il miracolo non è la pesca abbondante, ma la fiducia che si affida prima ancora di vedere il risultato. Simone non sa cosa accadrà, ma si fida. E proprio in quel gesto nasce una sovrabbondanza inattesa: le reti si riempiono oltre ogni immaginazione, al punto da rischiare di rompersi.
Dio chiama chi si sente inadeguato
La reazione di Pietro è sorprendente: invece di esultare per la pesca miracolosa, si sente piccolo e indegno. “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore!”
Ecco il paradosso: quando incontriamo davvero Dio, non ci sentiamo più forti, ma più veri. La luce della sua presenza non ci schiaccia, ma ci fa vedere chi siamo realmente, con le nostre debolezze e fragilità.
Ma Gesù non si ferma davanti alla paura di Pietro. Lo guarda e lo chiama oltre la sua inadeguatezza: “Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini.” Dio non cerca i perfetti, ma chi si lascia trasformare.
Quale rete siamo chiamati a gettare?
Questo Vangelo provoca anche noi. Dio ci chiede di fidarci, di prendere il largo, di andare oltre le nostre paure e resistenze. Ma quante volte restiamo bloccati sulla riva, con le nostre reti vuote, incapaci di fare quel passo di fede?
La nostra vita è fatta di reti che si spezzano, di attese deluse, di paure paralizzanti. Ma è proprio lì che Dio si fa incontro. Ci chiede di non fermarci, di non rassegnarci, di gettare ancora le reti anche quando tutto sembra inutile.
E tu? Sei pronto a prendere il largo, o preferisci restare al sicuro sulla riva?