Vegetariani: – infarti + ictus
23 Settembre 2019Il mancato consumo di carne rossa, secondo in un recente studio inglese, ridurrebbe i rischi di patologie cardiovascolari ma aumenterebbe gli insulti cerebrali.
Secondo o paleontologi sarebbe stato proprio il regime alimentare a base di proteine animali a “trasformare” i primi ominidi nell’Homo sapiens, sottolineando così il ruolo non secondario giocato dalle proteine nobili nello sviluppo dell’umanità. Oggi, dopo ripetuti anatemi e altrettante “revisioni” da part dei moderni nutrizionisti, ecco giungere una nuova ricerca, condotta in gran Bretagna, che getta nuova luce sull’argomento oggetto di aspre contese, anche nel mondo scientifico. Secondo questo studio, le persone che non mangiano carne, siano vegetariane o che mangino solo pesce, hanno un minor rischio di cardiomiopatia ischemica rispetto a chi la consuma, ma allo stesso tempo i vegetariani (o vegani) ne hanno uno maggiore di ictus. La ricerca, pubblicata su British Medical Journal, è stata condotta su 48.188 partecipanti allo studio Epi-Oxford, arruolati tra il 1993 e il 2001 nel Regno Unito. Tutti i soggetti sono stati coinvolti senza che avessero avuto in precedenza cardiomiopatia ischemica, ictus, angina o malattia cardiovascolare.
I ricercatori, guidati da Tammy Tong, della University of Oxford, hanno dimostrato che nei circa 18 anni di follow-up, il tasso di cardiomiopatia ischemica è stato più basso del 13% nel gruppo formato da persone che consumava pesce e del 22% in quello dei vegetariani (vegani inclusi) rispetto a quello del gruppo che consumava carne (indipendentemente dal consumo di pesce, latticini o uova). Le analisi hanno però messo in evidenza che i vegetariani hanno avuto un rischio più alto del 20% di ictus rispetto ai mangiatori di carne, dovuto soprattutto a un alto tasso di ictus emorragico. «Il rischio relativo più elevato di ictus tra i vegetariani è un nuovo contributo alle prove degli effetti sulla salute di una dieta vegetariana» scrivono Mark Lawrence e Sarah McNaughton della Deakin University in Australia, in un editoriale correlato.
Nonostante le diete vegetariane e vegane siano diventate sempre più popolari negli ultimi anni, sia per benefici di salute percepiti sia a causa delle preoccupazioni per l’ambiente e gli animali, i potenziali benefici e i rischi sono ancora poco compresi. Nell’editoriale, pur mettendo in risalto l’impatto dello studio, si sottolinea come l’aumento di ictus dei vegetariani rispetto ai mangiatori di carne sia modesto (equivalente a 3 casi di ictus in più per 1.000 abitanti nell’arco di 10 anni) e che i risultati si basano su individui provenienti solo dal Regno Unito, un paese con modelli alimentari e stile di vita probabilmente diversi da quelli dei paesi a basso e medio reddito, dove vive la maggior parte dei vegetariani del mondo. Saranno necessarie ulteriori ricerche, condotte in altre popolazioni, per valutare l’importanza dei risultati.