Ventinove ottobre, giornata mondiale dell’ictus cerebrale.
27 Ottobre 2018A Salerno una buona organizzazione sul territorio (Rete Tempo-Dipendente) rende il contrasto alla grave patologia più agevole, ottimizzando le condizioni di lavoro degli operatori e riducendo i rischi per gli ammalati.
Le malattie cardiovascolari, specialmente nei paesi ad alto livello di industrializzazione, restano al primo posto sia per incidenza, sia per numero dei decessi. Proprio per fronteggiare al meglio queste patologie, l’Azienda sanitaria locale salernitana, in occasione della giornata dedicata alla campagna di sensibilizzazione sull’Ictus cerebrale, ha voluto non solo richiamare l’attenzione sul tema delicato di sanità pubblica ma anche sottolineare l’impegno collettivo che tutto il personale dell’Asl sta ponendo nella lotta a questa patologia globalmente in forte ascesa e con elevata mortalità.
In quest’anno la Rete Tempo-Dipendente per il trattamento dell’Ictus ha avuto un forte impulso nella Provincia: ne sono testimonianza le due “Stroke Unit“ operanti in regime H 24: una nell’Azienda S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona e l’altra nel Dea Nocera-Pagani all’interno dell’ospedale Umberto I.
Due realtà in grado di fornire al paziente con ictus prestazioni, nella fase acuta, di alto livello.
“A breve – si sottolinea nella nota dell’Asl – con il previsto arrivo di altri specialisti in neurologia, potrà essere completato il percorso della rete così da collegare i diversi possibili punti di ingresso del paziente affetto da ictus con sedi idonee a fornire una adeguata e precoce risposta assistenziale primaria, seguita, quando necessario, da un completamento dell’iter diagnostico-terapeutico nelle Stroke Unit, attrezzate per i casi più complessi”. Nella Asl Salerno la implementazione del trattamento mediante terapia trombolitica endovenosa, entro le 4.5 ore dal sintomo e dopo valutazione clinica (neurologo) e radiologica, consentirà di ridurre ulteriormente i livelli di mortalità e migliorare così la prognosi quod valitudinem nei pazienti colpiti da Ictus.
Due i punti di ulteriore impegno: la precoce diagnosi iniziale, che sarà tanto più facile da realizzare quanto più conosciuti saranno i primi, subdoli, segni clinici della malattia; il veloce inizio del trattamento riabilitativo con un rapporto ospedale-centri riabilitativi con degenza, che renda quanto più precoce possibile le dimissioni.
Ma la rete Tempo-Dipendente della ASL non è solamente ICTUS. L’impegno di validi e motivati professionisti ha infatti disegnato altri due importantissimi percorsi assistenziali: il PDTA per il paziente con trauma cranico di grado lieve-moderato, che è operativo da oltre un anno e, il PDTA per il paziente con emorragia cerebrale che lo sarà a breve.
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I numeri dell’insulto cerebrale
I dati OMS del Global Health Observatory 2016 sulle stime dei decessi dimostrano che la Cardiopatia Ischemica e lo Stroke nella “ TOP TEN “ occupano rispettivamente il primo e secondo posto con 15,2 milioni di morti.
I costi collettivi dell’ictus sono stati valutati dallo studio condotto dall’Associazione ALICe in 3,7 miliardi di euro, di cui un terzo per il trattamento in fase acuta e due terzi generati dalla disabilità.
E questo costo non tiene conto delle molte altre spese di carattere sanitario e sociale e delle assenze dal lavoro, sostenute in vario modo dalle famiglie e dalle Istituzioni.
In Europa, nel 2013 la percentuale di morti per ictus variava da 5.7% in Francia a 19.7% in Bulgaria con un valore medio europeo di 8.7%; l’Italia si collocava al di sopra della media con una mortalità di 9.73%. Parimenti la riduzione di questo parametro nel periodo 2000-2013, ha visto in Italia un miglioramento più basso, dal 13.1% al 12.9%, laddove in Inghilterra e Germania la riduzione è stata molto più elevata rispettivamente dal 20.4% al 12.7% e dal 20% al 14.4%.
Lo Share delle morti per ICTUS nel 2013 è risultato in Italia pari a 9.75% rispetto al valore 12% del 2000; dunque qualcosa si muove.
Oggi dei 200.000 casi di ictus che si verificano ogni anno in Italia, nell’80% dei casi il paziente sopravvive, ma oltre 50.000 pazienti perdono l’autonomia ( ALICe) .
In Campania gli ultimi rilievi epidemiologici riportano un totale di 12.000 casi di Stroke , di cui 9000 di origine ischemica, con una mortalità ancora tra le più alte in Italia (18 vs. 13/10.000). Forse perché vi sono poche Stroke Unit, una rete assistenziale in via di definizione, un percorso riabilitativo unico-integrato da completare, una condizione socio-economica negativa. Qualcosa però sta cambiando e velocemente.
A Salerno dai dati desunti dalle schede di dimissione di pazienti dai Presidi Ospedalieri, nel 2017 vi sono stati 1521 dimessi con Ictus, di cui 939 di origine ischemica e 582 di origine emorragica.